Dietrofront degli USA sulla questione riguardante la realizzazione di armi da fuoco fai-da-te mediante l’impiego delle stampanti 3D. Nel mese di giugno la società texana Defense Distribuited aveva raggiunto un accordo con il governo federale che le permetteva di distribuire in download i file per la creazione delle pistole, a partire dalla giornata di oggi.
Tutto fermato all’ultimo minuto dal giudice Judge Robert Lasnik, con la firma di un ordine restrittivo temporaneo in cui si afferma che la pratica potrebbe costituire un serio rischio per la sicurezza pubblica, mettendo a pericolo l’incolumità delle persone. Va ricordato: si sta parlando di progetti da dare in pasto alle stampanti 3D per ottenere componenti da assemblare al fine di ottenere un’arma da fuoco funzionante, dunque potenzialmente letale, nonché non tracciabile in quanto non iscritta ad alcun registro.
Una vicenda che chiama in causa anche il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il numero uno della Casa Bianca ha affermato di voler approfondire il caso, sottolineando però come secondo il suo punto di vista rendere liberamente accessibili pistole stampate in plastica “non abbia molto senso”.
Granted: Judge issues temporary restraining order blocking federal government from allowing distribution of downloadable 3D printed ghost guns
— Attorney General Bob Ferguson (@AGOWA) July 31, 2018
I sostenitori del movimento Free 3D Guns chiamano in causa la libertà d’espressione sancita dal primo emendamento come scudo alle polemiche scaturite nel contesto di una discussione tanto delicata e che per ovvie ragioni ha acceso i toni sia della stampa sia dell’opinione pubblica d’oltreoceano, anche in considerazione dei tragici fatti di cronaca che purtroppo negli USA si verificano con preoccupante periodicità. Queste le parole di Hogan Gidley, portavoce di Trump, affidate alle pagine di Associated Press.
L’amministrazione continuerà a valutare tutte le opzioni disponibili, facendo il necessario per proteggere gli americani, supportando al tempo stesso il primo e il secondo emendamento.