Retata in Gran Bretagna per uno dei gruppi più grandi attivi nel campo della pirateria musicale. Tre arresti sono arrivati da parte della polizia, della BPI e dell’Ufficio per la Proprietà Intellettualenella città di Cardiff, dove erano localizzati i computer da cui era gestito il traffico. Ad essere arrestati sono stati due uomini di 33 e 28 anni, poi rilasciati su cauzione, ed in seguito anche una donna di 22 anni complice dell’uomo di 33 a seguito di ulteriori indagini.
Il giro individuato dalle autorità britanniche che riguardava la gang in questione fruttava al capo della banda una somma di almeno 3.000 sterline (circa 4.000 euro) al mese per un totale di 60.000 sterline (circa 84.000 euro) dall’inizio dell’affare.
Il modus operandi della gang (al pari delle altre che operano nel settore) era la vendita di dischi rigidi contenenti una ingente mole di dati. Spesso si trattava di tutti gli album musicali usciti nella settimana precedente e ogni disco rigido riportava rigorosamente il nome della gang che l’aveva fornito. Tutto era coordinato (all’interno e all’esterno della banda) attraverso la rete, usando sistemi di chat privati dove i criminali completavano gli accordi per le consegne e i pagamenti. In seguito poi i dati dai dischi rigidi venivano masterizzati su CD o DVD per la vendita al dettaglio.
Trionfanti le parole del numero uno dell’associazione fonografica britannica, la BPI, Geoff Taylor: «ci aspettiamo che il successo di questa operazione porti gravi danni alla distribuzione di musica contraffatta in tutto il paese. Ogni rivendita contraffatta nel nostro paese infatti, sia di musica che di film che di videogiochi, ad un certo punto coinvolge gang criminali». Le dichiarazioni provenienti dalla BPI fanno il paio con i dati che raccontano come ogni anno l’industria musicale britannica perda 165 milioni di sterline (circa 230 milioni di euro) a causa della pirateria, con il 7% della popolazione che dichiara apertamente di acquistare musica pirata.