«Sono 310 le persone arrestate questa settimana in Francia nell’ambito di una vasta operazione contro la pedopornografia su Internet, secondo quanto riferito dalla direzione generale della polizia. L’operazione che ha portato a svariati arresti in 78 dipartimenti del Paese è stata soprannominata “Arcobaleno” dal nome di un’associazione italiana che si occupa della difesa delle vittime, che ha segnalato la vicenda alle autorità».
Così Reuters riporta la notizia di una maxi operazione con la quale è stata sgominata l’ennesima rete di pedofili che sul web avevano pensato di trovare un terreno franco attraverso il quale scambiarsi materiale pedopornografico (nel caso specifico un file, residente su server francesem contenente 13 foto «a sfondo pedopornografico che ritraevano delle bambine o ragazzine minorenni». Il nome dell’operazione deriva dal nome dell’associazione italiana “Telefono Arcobaleno” dalla cui segnalazione è stata originata l’indagine che ha portato ai fermi.
Se gli arrestati sono stati 310, il documento è però stato scaricato 10.000 volte a livello internazionale e le perquisizioni degli inquirenti avrebbero fatto emergere migliaia di fotografie e video. Sul totale degli arrestati vi sono state decine di ammissioni relative al download di materiale pornografico relativo a ragazzine minorenni, 20 proscioglimenti ed «alcune» confessioni relative a violenze e molestie su minori».
Notifica ancora la direzione generale della Polizia: «non c’è un profilo specifico. Si tratta di uomini di tutte le classi sociali, tra cui ci sono anche educatori, insegnanti, tecnici informatici, dirigenti d’azienda, militari e operai. Ce ne sono su tutto il territorio e in tutti gli ambienti».
Nei giorni scorsi dal Telefono Arcobaleno è giunto inoltre un nuovo allarme che va a rispecchiarsi direttamente sui bambini italiani, rendendo così la notizia, se possibile, più direttamente sconvolgente: «il N.I.T (Nucleo investigativo Telematico) che lavora da anni a stretto contatto con Telefono Arcobaleno, ha acquisito la segnalazione del sito contenente “bimbi di lingua italiana” e ha confermato di avere avviato le indagini su scala internazionale. “Una segnalazione preoccupante quella di oggi alla quale dovrebbe essere riservata la massima attenzione” -sottolinea Giovanni Arena [Presidente Telefono Arcobaleno] – “soprattutto poichè, dall’ultimo report di Telefono Arcobaleno, si evince che meno del 2% dei bambini sfruttati viene identificato“».