«Un uomo di 63 anni, residente a Roma, ritenuto responsabile di produzione e detenzione di materiale pedo-pornografico è stato arrestato in flagranza di reato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni»: la comunicazione giunge dall’Associazione Meter, la cui collaborazione è risultata preziosa per identificare e fermare quello che sembra poter essere un soggetto estremamente pericoloso che ora dovrà rispondere alle autorità delle proprie azioni online.
L’indagine ha preso il via su segnalazione dell’associazione guidata da Don Fortunato Di Noto, imbattutasi in un soggetto sospetto che pubblicata immagini di bambini nudi. Il diretto interessato avrebbe avuto sul social network oltre 300 minori tra i propri amici: la sua azione è stata fermata grazie all’intervento della Polizia Postale e delle Comunicazioni su autorizzazione della Procura di Catania.
Uno degli elementi più importanti dell’intera vicenda è relativa al contenuto delle immagini, poiché in questo caso sembra si sia andati oltre la semplice detenzione di materiale pedopornografico utile alla redistribuzione: «Tra le immagini archiviate ve ne erano alcune che riprendevano in atteggiamenti intimi una bambina di sette anni figlia di una signora conosciuta dall’arrestato. Sono in corso approfondimenti in merito a quest’ultima vicenda».
Don Fortunato Di Noto punta il dito proprio su questo aspetto, del tutto fondamentale poiché testimonia il passo avanti compiuto nell’identificazione di un produttore di immagini e non solo di un semplice hub di redistribuzione: «Vedremo nello sviluppo delle indagini se sono coinvolti anche altri bambini, non sappiamo se romani, italiani o stranieri, oltre a quella già individuata dalla polizia. Attenzione, in ogni caso, ai social network, dobbiamo vigilare sui nostri figli anche in Rete».
Il limite minimo per l’iscrizione ai social network dei minori è fissato all’età di 13 anni. Non sempre tale limite è però rispettato e non raramente sono gli stessi genitori a soprassedere su tale attività online senza il necessario monitoraggio. Esporre un bambino ad un social network senza le dovute cure, però, significa esporlo a potenziali pericoli: la responsabilizzazione dei genitori deve passare anche tramite l’informazione su quanto accade, poiché sottovalutare lo strumento tecnologico significa trasformare una potenzialità in un rischio.