A breve disponibile per tutti, il nuovo modello di intelligenza artificiale realizzata da OpenAI, GPT-4o (dove la o sta per omni) promette un boost impressionante rispetto alla precedente versione GPT-4 Turbo, andando ad interagire in modo immediato in ambiti in cui e intelligenze artificiali non erano poi così smart. La demo mostrata in sede di presentazione ha davvero stupiti tutti e cosa molto interessante quando verrà pubblicata, a breve, sarà del tutto gratuita, senza necessità di abbonamento. Dopo un primo rilascio per gli utenti paganti, tutti potranno usare GPT-4o, utilizzando tutte quelle feature come la navigazione sul web, l’analisi dei dati, il GPT Store che prima erano esclusive solo per gli abbonati.
Un vero assistente personale
Questa nuova versione di intelligenza artificiale GPT-4o riesce a rendersi “più umana”: può interpretare le espressioni facciali tramite la videocamera dello smartphone, sentire le emozioni dell’utente e dare una risposta coerente con un tono appropriato, magari usando anche effetti sonori e la voce in tempo reale. Parrebbero finiti i tempi delle intelligenze artificiali con voce fredda e monotono. GPT-4o è a tuti gli effetti un chatbot emozionale evoluto: non siamo ancora dentro il film Her, ma si è davvero sulla buona strada se la rilevazione e l’interpretazioni delle emozioni funzionasse sempre in modo corretto e puntuale. Per quanto si è potuto vedere in sede di presentazioni sembra proprio di si.
Dove invece GPT-4o non ha nessun tipo di problema è nella traduzione in tempo reale, cosa questa che realmente sembra uscita dal traduttore universale di Star Trek. Questa funzione non è una novità assoluta in ambito A.I., ma la carta vincente del nuovo modello GPT-4o è la velocità fulminea della risposta, solo 320 millisecondi e il fatto che parla 50 lingue, ovvero il 97% della popolazione globale. Numeri davvero incredibili, che rendono GPT-4o qualcosa di molto oltre un’intelligenza artificiale a cui chiedere contenuti e informazioni, ma qualcosa di molto vicino ad un’assistente realmente personale con caratteristiche sociali.
Sarà questo il modello che guiderà l’evoluzione delle intelligenze artificiali di OpenAI?