Un nuovo social network punta a farsi spazio nell’affollato mare del Web 2.0. Si tratta di Unvarnished, un progetto nato dall’idea del trentenne Peter Kazanjy e che sta facendo discutere molto fin dalle primissime fasi della sua partenza.
Per capire come mai negli USA si stia già discutendo con un certo clamore attorno a questo progetto, è bene innanzitutto spiegare cos’è e come funziona Unvarnished. Unvarnished è un social network che si propone di raccogliere e di mettere a disposizione della community delle vere e proprie recensioni fatte dagli stessi iscritti, solo che, a differenza di quanto capita su centinaia di siti di questo tipo, a essere recensiti sono i profili professionali di qualsiasi persona.
In pratica chiunque, accedendo a Unvarnished, può pubblicare un più o meno dettagliato resoconto di quanto fatto o non fatto, professionalmente parlando, da una qualsiasi persona di propria conoscenza, con il rischio che quest’ultima possa essere del tutto all’oscuro delle informazioni e dei giudizi che vengono pubblicati su di sé.
Immediate sono quindi scoppiate le polemiche, con tanti osservatori, blogger ed esperti di Internet che si sono interrogati circa il potenziale e pericoloso impatto che un social network di questo tipo potrebbe avere sulla privacy, tanto che c’è già chi ha bollato il sito come il posto ideale per diffamare qualcuno.
Una posizione che non vede d’accordo, logicamente, né Peter kazanajy né i suoi soci Jason Heidema, ex manager di eBay, e Danis Dayanov, ex dipendente di LinkedIn. Per loro, difatti, Unvarnished è semplicemente un sito che incoraggia lo scambio di informazioni sui profili professionali di dipendenti, manager e di partner commerciali.
Tuttavia, seppur bisogna riconoscere che un tale database aiuterebbe non poco coloro che hanno il difficile compito di trovare e gestire le risorse umane più adatte alla propria azienda, non si può non chiedersi cosa succederebbe se, a pubblicare una recensione su una determinata persona, sia un collega invidioso o una persona che potrebbe avere interesse a usare, per i motivi più svariati, un tale strumento per diffamare o mettere in pessima luce qualcuno.
Il rischio è infatti duplice: da un lato si rischia il proliferare della pubblicazione non autorizzata e coperta dall’anonimato di dettagli sulla vita professionale di chiunque, mentre dall’altro c’è il rischio che le stesse informazioni pubblicate, ancorché dannose per la riservatezza personale, siano del tutto errate e volutamente falsificate per danneggiare qualcuno.
Le polemiche negli USA infuriano e sicuramente si faranno incandescenti quando il sito prenderà ufficialmente il via. Infatti, per adesso Unvarnished è in una fase di beta test privata anche se può contare su migliaia di utenti e diverse centinaia di recensioni, mentre i responsabili hanno già caricato 400.000 profili professionali.
Se il progetto avrà successo, e con le polemiche sorte in queste ore la ribalta mediatica è praticamente in cassaforte, si potrebbe trasformare in un servizio potentissimo e praticamente in grado da solo di distruggere o creare brillanti carriere, anche se la sua sostenibilità è tutta da verificare viste le quasi certe vertenze legali che, verosimilmente, si avranno a ritmi vertiginosi nel caso i responsabili non siano in grado di garantire un’adeguata revisione di quanto pubblicato dagli iscritti.
Insomma l’idea è che del nuovo Unvarnished si sentirà discutere senza dubbio in futuro. Per il momento restano le polemiche attorno a questo progetto, anche se appare chiaro come l’impressione è quella che i social network, in questo modo, possano prendere una via del tutto pericolosa per la privacy per arrivare a essere, se non correttamente utilizzati, degli strumenti le cui conseguenze e ripercussioni possono andare al di là di quanto sia accettabile per una moderna società civile.