La stessa azienda che ha inventato la sigaretta elettronica (del tutto salutare, perché rilascia solo vapore acqueo) ora sta per lanciare la sigaretta social, che avvisa se nelle vicinanze c’è qualcuno che sta facendo la stessa cosa.
La Blu ha fatto una pensata, non c’è che dire: dopo aver risolto il problema del divieto di fumo nei luoghi pubblici (ovviamente dispensato per la sigaretta elettronica) si è chiesta come tornare a far socializzare i consumatori. La soluzione sono dei pacchetti con sensori, che quando riconoscono un altro pacchetto nel raggio di 15 metri emettono una vibrazione e una luce blu.
Ma la somiglianza con smartphone e altri device non finisce qui: i pacchetti ricaricano le sigarette con il loro movimento (un po’ come la tecnologia che vorrebbe sfruttare le onde sonore) e hanno un piccolo software che permette di caricare informazioni sui social network da un PC. Il pacchetto costa 70 dollari e contiene un caricatore, cartucce, un cavo USB, cinque bastoncini per dare sapore alle e-cigarette (ciliegia, mentolo, java e tabacco classico).
In futuro è già prevista la sigaretta elettronica geo-taggata, con la quale si potrà scoprire quanto si fuma, dove, con chi, con tanto di applicazione per telefonini e altri device. Con l’intuibile interesse degli inserzionisti e delle ricerche di marketing: più di 105 milioni di americani adulti ha almeno due tipi di dispositivi collegati, e 37 milioni ne hanno cinque o più. Strumenti come la Nintendo 3DS o applicazioni killer come Color per iPhone dimostrano come l’idea non sia affatto strana.
Alcuni commentatori però ritengono sbagliato mettere online l’abitudine al fumo, anche quando si sta cercando di smettere con l’e-sigaretta. Per non parlare del fatto che teoricamente questa tecnologia potrebbe evolversi anche per i pacchetti di sigarette “vere”. Ma Jason Healy, fondatore della società e inventore di questo strumento, ha le idee chiare:
“Si possono incontrare più persone che mai, proprio a causa del fattore sorpresa. E se la condivisione vale per videogiochi o navigatori, non vedo perché non debba valere anche per i pacchetti di sigarette.”