La proposta giunge da Wired e dal “costituzionalista” Stefano Rodotà: cambiare la Costituzione per fare in modo che l’accesso alla rete possa diventare un diritto dei cittadini. Una provocazione? Un percorso efficace per il raggiungimento dell’obiettivo? Quel che segue è la proposta datata 29 novembre ed enunciata in occasione dell’Internet Governance Forum di Roma. I nostri giudizi sulla questione li abbiamo isolati in un approfondimento a parte, sul quale contiamo di raccogliere l’opinione di chi vorrà esprimersi al riguardo.
Quel che i proponenti intendono perseguire è un modo per far diventare “Internet” un vero e proprio diritto. Se così fosse, infatti, in linea teorica tale diritto dovrebbe essere perseguito a norma di legge e dovrebbe essere garantito in modo equo ad ogni singolo cittadino. Un apposito sito web è stato predisposto per fungere da base di raccolta della proposta: «Noi auspichiamo che aprano una discussione vera sul senso profondo della Rete e che, con i miglioramenti che il dibattito porterà, entrino presto nella Costituzione italiana. Che è sì, una delle più belle del mondo ma è nata in un’epoca in cui Internet non esisteva. Secondo noi ora è arrivato il momento di cambiare e di scrivere che l’accesso alla Rete, il più grande mezzo di comunicazione della storia, è un diritto costituzionale».
La proposta si basa su un testo breve e diretto che si intende proporre nel novero di una possibile rivisitazione della Costituzione in qualità di ipotetico Art. 21-bis:
Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale
“Firma per far diventare Internet un diritto costituzionale”: chi intende appoggiare questa posizione può firmare la petizione sull’apposito sito web Internetcostituzione.it e far parte di chi si schiera a favore dell’idea.
Prima della firma, però, occorre approfondire la questione. Perchè una firma vale poco di per sé quando costa nulla, ma diventa addirittura un danno se non è formulata con piena coscienza di quel che si va ad appoggiare. Per questo vogliamo proporre alcuni elementi di valutazione aggiuntivi ed una proposta alternativa: