Nella Rete la prima volta ti perdonano, la seconda ti sbeffeggiano. Sembra essere questa la regola sotto la quale ora dovrà stare Aruba, il noto servizio di hosting che per la seconda volta in due mesi si è reso protagonista di un clamoroso black out.
Se in questa ripetizione, così imbarazzante per l’azienda di Arezzo, e dannosa per milioni di account e migliaia di siti, sembra esserci del metodo, allora la Rete si sta esercitando nel metodo che preferisce: il “metodo Pisapia“.
Dopo l’incredibile campagna elettorale milanese, dove il Web ha fatto la differenza, il popolo della Rete ha imparato a usare un’arma molto sottile, l’ironia, per attaccare obiettivi sempre diversi: la prima fu l’ex sindaco Letizia Moratti, con le ormai classiche morattiquotes, su su (per modo di dire) fino al ministro Renato Brunetta.
Ora Aruba non ha fatto neanche in tempo a completare le offerte di compensazione dei disagi del primo incidente, che ora sta gestendo la crisi per un secondo episodio del tutto simile.
E allora l’hashtag più trend del momento non può che essere #Aruba, dove è possibile già leggere alcuni commenti davvero sarcastici. C’è chi pensa si sia trasferita a Fukushima, oppure chi riprende lo slogan dello spot televisivo, con un finale incendiario.
Finirà con un volume con le battute migliori? Per il bene di Aruba, sarebbe meglio finisse qui.