Ask.com chiude i battenti

Ask.com ha chiuso i battenti: impossibile competere con Google, così il gruppo si limiterà ad un servizio di Q&A
Ask.com chiude i battenti
Ask.com ha chiuso i battenti: impossibile competere con Google, così il gruppo si limiterà ad un servizio di Q&A

Finisce l’era di Ask.com. Il motore di ricerca fondato nel 1996 che per anni ha cercato di soffiare una fetta di utenza a giganti quali Google, Bing e Yahoo, mette la parola “fine” alla sua avventura sul web.

L’annuncio è stato effettuato da Doug Leeds, presidente della società, e secondo quanto si vocifera nelle ultime ore saranno ben 130 i dipendenti che perderanno il posto di lavoro. Cessato dunque lo sviluppo sugli algoritmi di ricerca, i restanti ingegneri verranno raggruppati presso la sede di Oakland (California) e concentreranno le proprie risorse sullo sviluppo di un servizio Q&A online.

Leeds ha spiegato che Google è diventato troppo potente per un competitor come Ask.com, ma ai piani alti della società pensavano che sarebbero riusciti a farsi spazio innovando nel settore. Quanto fatto, però, non è stato sufficiente a far crescere il motore nel modo in cui era stato sperato. Secondo gli ultimi dati diffusi da comStore, Ask.com ha dalla propria il 3.7% dell’utenza nel mese di settembre, mentre Google il 66,1%.

Ai tempi del suo lancio, Ask.com conseguì rapidamente un buon successo: si parlava ai tempi di 2 milioni di ricerche effettuate quotidianamente dagli internauti proprio sulle pagine del motore del maggiordomo “Jeeves”. Nel 2000 iniziarono le difficoltà e nel 2005 l’azienda venne acquistata per 1,85 miliardi di dollari da InterActive Corp., azienda del magnate Barry Diller. A quei tempi, egli era fortemente convinto che il motore di ricerca potesse entrare in diretta competizione con Google, ma in realtà le cose andarono molto diversamente e lo stesso Diller ha oggi ammesso che il progetto Ask.com non avrebbe mai potuto tener testa a quanto realizzato dalla società di Mountain View. L’idea di vendere il settore della ricerca non ha evidentemente sortito risultati e la chiusura, con relativa ristrutturazione, diventa ora una scelta obbligata.

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