Una lettera firmata Julian Assange – che non ha bisogno di presentazioni – e Deloire Christophe, direttore di Reporters sans frontières, è apparsa sulla pagine di LeMonde per chiedere agli europei di accogliere Edward Snowden, il wristleblower dell’attività della NSA americana al centro di un caso di cyberspionaggio che ormai ha tracimato nel caos diplomatico. Secondo i due attivisti gli stati membri dell’Europa Unita, in particolare Francia e Germania, dovrebbero riservare la migliore accoglienza all’ex agente americano.
Nella lettera il fondatore di Wikileaks e l’attivista per le libertà civili puntano subito al cuore della questione: l’Europa ha da sempre uno stile differente da quello statunitense, sia per quanto riguarda gli informatori che rivelano dati di interesse pubblico, sia per quanto riguarda la privacy dei cittadini:
Le informazioni che ha diffuso hanno permesso a giornali come Guardian, Washington Post e Der Spiegel di fare luce su un sistema di sorveglianza che controlla decine di milioni di cittadini. Se i paesi europei dimenticheranno i loro princìpi e il motivo dell’esistenza stessa dell’Unione europea però, quest’uomo resterà bloccato nella zona internazionale dell’aeroporto di Mosca.
Snowden, infatti, è al momento in una sorta di no-mens-land, all’aeroporto della capitale russa, non ancora in grado di spostarsi. Gli avvenimenti degli ultimi giorni sono al limite del romanzesco e grottesco: prima Putin ha premesso che potrebbe restare in Russia, ma a patto di «non rivelare altro sull’attività dell’amministrazione Obama»; il presidente del Nicaragua, Correa, che pure aveva accolto nell’ambasciata londinese proprio Assange, si è rifiutato di accogliere la richiesta di asilo politico, come d’altronde hanno fatto Brasile, Olanda, Polonia, India, la stessa Germania. Dei 21 paesi ai quali Snowden ha fatto richiesta – compresa l’Italia – non ci sono risposte chiare, positive, se non dalla Bolivia. E qui il caso più incredibile: il presidente Evo Morales è stato bloccato per tutta la notte all’aeroporto di Vienna, dove attendeva una via libera per portare con sé Snowden. Ma il no di Portogallo e Francia al sorvolo aereo ha bloccato tutto.
La posizione americana e il successo di Stop Watching Us
Riassumere la vicenda NSA-PRISM è quasi impossibile. Dal più classico caso giornalistico si è arrivato al paradosso, alle bufale, all’istant movie Verax, fino alle cimici nelle ambasciate e i politici europei che fingono di indignarsi. Intanto, mentre le aziende coinvolte hanno più volte ribadito di aver fornito soltanto poche migliaia di informazioni, le ultime slide pubblicate dal Washington Post smentiscono la teoria del prelievo diretto e permesso dai server e fanno supporre qualcosa di più massiccio e intercettato alla fonte.
Qualunque sia il tipo di tecnologia adoperata dalla NSA, non è difficile intuire l’opinione di molti cittadini, anche americani. Basta visitare il sito web Stop Watching Us, che ha superato il mezzo milione di firme. Una petizione dietro la quale ci sono tutte le associazioni e gli attivisti per la libertà di espressione in Rete, ma al tema si stanno avvicinando anche molti Vip. L’occasione è quella della giornata più patriottica del paese, il 4 luglio. Domani, infatti, lo slogan RestoreTheFourth (in riferimento al Quarto Emendamento della Costituzione americana) accompagnerà delle manifestazioni nelle principali città, a cui hanno aderito anche personaggi famosi.
Anche in questo caso c’è un passaggio emblematico della lettera all’Europa di Assange:
I leader statunitensi dovrebbero capire l’evidente contraddizione tra i loro discorsi sulla libertà d’espressione e il modo in cui si comportano. I membri del congresso devono essere in grado di combattere gli abusi del Patriot act, riconoscendo i legittimi diritti degli uomini e delle donne che lanciano l’allarme della libertà d’espressione. Il Whistleblower Protection Act, che protegge gli impiegati del governo che denunciano illeciti, deve essere modificata per assicurare una protezione efficace agli informatori che agiscono nell’interesse pubblico. Un interesse completamente diverso da quello che intendono i servizi segreti.
In Italia qualcuno vorrebbe accoglierlo
Intanto, anche in Italia si sta discutendo, in modo informale, della richiesta di asilo politico di Snowden. Fosse per questioni tecniche, sarebbe già irricevibile essendo stata spedita per fax da un altro paese (medesima ragione per cui non è stata accolta neppure nel paese europeo più irritato, la Germania). Alcuni parlamentari del M5S e di SEL hanno comunque annunciato una interrogazione per discutere di questa possibilità. Porte assolutamente chiuse, invece, dal presidente del Copasir, Giacomo Stucchi (in quota Lega nord), che non considera Snowden un perseguitato politico – e non ha tutti i torti – mentre pensa che tutto il Datagate sarebbe soltanto una montatura dei media. Qui è difficile dargli ragione.