I risultati del Rapporto Assinform 2008 sull’andamento del mercato Ict in Italia, presentati ieri a Roma dal Presidente dell’Associazione italiana dell’Information Technology Ennio Lucarelli, dipingono un paese che avanza in modo frammentario e discontinuo, incapace di puntare sull’It al pari degli altri partner europei. L’Italia non sembra aver investito adeguatamente nell’innovare l’Information Technology, rendendo così la nostra economia rigida e limitandone le capacità di crescita.
L’Italia risulta in ritardo sulla media europea per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi online, pari al 17% nelle Pa, a fronte di una media europea del 30%. L’Internet banking viene utilizzato dal 12% della popolazione italiana, contro il 25% della media europea, mentre l’ecommerce racchiude il 2% del totale delle vendite al dettaglio, al fronte di una media europea dell’11%. Nel nostro paese ben il 56% della popolazione non utilizza Internet, mentre la media in Europa si attesta sul 40%. Eppure il nostro paese presenta delle notevoli potenzialità, tuttavia ancora inespresse: l’Italia risulta seconda in Europa per quanto riguarda la capacità della popolazione di utilizzare Internet, preceduta dalla sola Francia e sopra la media europea. Inoltre, si assiste al delinearsi di una parte consistente della popolazione fortemente attratta dalle nuove tecnologie. Tutto ciò si scontra però con una politica dell’innovazione decisamente deficitaria.
Il sintomo più evidente nell’ultimo decennio è ciò che Ennio Lucarelli chiama la «regressione italiana», l’aumento cioè del divario di produttività con gli altri paesi europei. L’Information Technology in Italia non è stata infatti supportata da adeguati investimenti: se nel 1998 l’Italia spendeva nell’It l’1,5% del valore del Pil (con una media europea del 2,3%), nel 2007 tale valore è passato all’1,7%, con un aumento degli investimenti It in dieci anni di solo due decimi di punto percentuale, contro una crescita media in Europa di decimi di punto percentuale. «Chi in questi anni ha investito di più in tecnologie informatiche», ha proseguito il Presidente Assinform, «ha ottenuto anche importanti ritorni sulla produttività».
Alla luce di tali risultati, sembra quindi necessario un deciso cambiamento di rotta al fine di recuperare il gap con gli altri paesi europei sul fronte dell’innovazione e potenziare l’economia italiana. «Ci aspettiamo che il processo di infrastrutturazione avanzata venga sostenuto per abbattere il digital divide a tutti i livelli, inclusa l’alfabetizzazione informatica di quella parte della popolazione altrimenti escluse», ha concluso Lucarelli nel suo intervento. «Le imprese It sono pronte a contribuire ai grandi progetti per ammodernare il Paese con il proprio impegno d’innovazione e con la loro diretta partecipazione allo sforzo finanziario».