Gli ultimi dati Assintel non restituiscono all’Italia un quadro confortante. Anche per il 2010, infatti, i numeri hanno tutti segno negativo e, nonostante una timida ripresa negli ultimi mesi, il computo complessivo chiuderà in passivo senza peraltro preludere a solleciti ribaltoni del trend odierno.
Assintel sottolinea però in particolare che l’Italia sta andando addirittura peggio rispetto alla media europea: il volume del mercato IT assomma infatti a 1952 milioni di euro, in calo del 7,6% rispetto all’anno passato contro il -6,3% relativo alla media comunitaria. Altrove il comparto è già tornato in attivo: USA +2,5%, Cina +11,5%, India +13,5%. « I segnali di ripresa ci sono, soprattutto dal secondo semestre, ma ci aspetta un lungo periodo di transizione, durante il quale il mercato sperimenta una “normalità” fatta di ridimensionamento degli investimenti, contrazione delle risorse, ottimizzazione dei processi; e la galassia delle imprese IT si sta consolidando, a beneficio di una razionalizzazione dell’Offerta.
Tra i comparti che vivono il momento di maggior difficoltà va segnalato quello industriale (-13,6%) ed il terziario (-12,7%). Logistica, TLC, trasporti, Sanità ed altri seguono a ruota, tutti in segno negativo. Controtendenza, invece, la domanda consumer: +1,5%, qualcosa da vivere come una sorta di luce in fondo al tunnel in attesa che anche le aziende tornino a trainare il settore. Nel comparto business le difficoltà sono oggi soprattutto nelle piccole realtà: la propensione al risparmio è ancor più forte rispetto alla pulsione all’investimento e così l’IT nelle microaziende scende del 13,7%, nelle piccole imprese del 10,5% e nelle aziende di media dimensione del 9,9%.
Il settore a vivere le maggiori difficoltà è quello hardware. Così, nonostante le buone prospettive delineate da Intel anche per il nostro paese, Assintel torna invece a stroncare il livello degli investimenti: «Dopo la già significativa riduzione della spesa in Hardware nel 2009, quest’anno il dato è decisamente peggiorato: la spesa si riduce del -18,6% e il peso percentuale del comparto sul totale della spesa IT scivola dal 35% al 31%, soprattutto a causa delle dinamiche dei prezzi e degli effetti della Virtualizzazione come alternativa all’acquisto di “ferro”. L’area PC cresce in termini di numero di pezzi venduti (+6,1%), ma purtroppo i prezzi calano molto più velocemente (-25%), determinando il complessivo segno meno. In picchiata anche la spesa per l’acquisto dei Server (-17%) e di stampanti (-10,4%)».
Al momento le aziende continuano ad ottimizzare i costi ed a perseguire il risparmio, il che non permette di delineare un futuro roseo per il settore e per il suo ruolo di traino nell’economia. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, sottolinea come soltanto credendo nell’innovazione si potrà invertire la rotta: «L’Innovazione deve, però, essere indirizzata anche e soprattutto al mondo dei Servizi, perché oggi già contribuiscono per il 58% alla creazione della ricchezza nazionale e per il 53% all’occupazione».
Il finale di questo capitolo è già scritto, ed ancora una volta inizia con il segno “meno”. Il prossimo capitolo è ancora da scrivere, ma anche il 2011 al momento non sembra preludere con troppa certezza all’anelato lieto fine.
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