In USA – soprattutto in USA – i grandi centri commerciali, simbolo dello sfrenato consumismo a stelle e strisce, stanno faticando di fronte allo strapotere di Amazon. Uno di questi è la catena di supermercati Walmart (la più grande al mondo) che ha stretto una collaborazione con Google per introdurre una nuova funzione sull’Assistente Google.
Stiamo parlando del Walmart Voice Order, una funzione per Google Assitant grazie alla quale gli utenti possono fare la spesa semplicemente con la loro voce.
Ma come funziona? Gli utenti possono associare il loro account Walmart a quello Google e così saranno in grado di fare acquisti direttamente con comandi vocali, proprio come accade con Amazon attraverso il suo assistente vocale Alexa. Una volta effettuati gli ordini, sarà direttamente Walmart a gestire l’elaborazione e la consegna degli ordini. Il colosso della vendita al dettaglio ha infatti di recente abbandonato il servizio di shopping Google Express proprio per concentrarsi sui propri canali di vendita al dettaglio anziché appoggiarsi al colosso di Mountain View.
Il Walmart Voice Order, sfruttando la tecnologia di machine learning di Google, sarà in grado di capire il tipo di prodotto che vogliamo acquistare sulla base delle spese precedenti, ad esempio, dicendo solo “latte”, l’Assistente Google saprà se lo vogliamo intero, parzialmente scremato o scremato. E così via per altri prodotti.
E non è la prima volta per Walmart: il colosso ha infatti avviato una partnership anche con Microsoft dalla durata di cinque anni per i servizi cloud e competere così al meglio con Amazon nel mondo digitale. Il nuovo servizio che permetterà ai clienti Walmart e Google di fare la spesa vocale con Google Assistant dovrebbe essere disponibile nelle prossime settimane.
E in Italia? È possibile che anche diverse multinazionali che operano nel settore della grande distribuzione nel nostro paese possano introdurre questa possibilità. Come spesso accade, gli Stati Uniti d’America faranno da apripista. Sarà il successo o meno di questa feature a portare alla sua possibile “esportazione” nel resto del mondo.