L’Assistente Google, Alexa (Amazon), Siri (Apple) e Cortana (Microsoft) hanno una voce femminile, almeno come impostazione di default. E non è un caso. Uno studio condotto dalla Indiana University evidenzia infatti come entrambi i sessi preferiscano generalmente avere a che fare con una presenza virtuale femminile quando si tratta di intelligenza artificiale, trovandola più accogliente, calda e rassicurante.
Un’altra ricerca effettuata dalla Stanford University approfondisce la questione, sottolineando come la propensione sia a scegliere un genere piuttosto che l’altro a seconda degli ambiti specifici. Un’entità virtuale maschile è prediletta, ad esempio, quando si tratta di affrontare lezioni per l’apprendimento delle discipline informatiche (o per ordinare una pizza, come rilevato da uno studio della catena Domino’s), mentre una femminile è la scelta favorita se i temi trattati riguardano le relazioni in generale, soprattutto quelle di tipo sentimentale. Anche in questo caso, però, non si può parlare di atteggiamento sessista da parte dell’utenza, poiché entrambe le parti chiamate in causa hanno espresso la medesima propensione.
Un fenomeno interessante e fonte potenziale di spunti d’analisi per sviscerare gli aspetti più reconditi del rapporto in costante evoluzione che lega ognuno di noi alla tecnologia. La Silicon Valley è a conoscenza di questo trend, come dimostra il fatto che tre delle quattro IA prese in esame non offrano la possibilità di cambiare genere: solamente Apple, con Siri, integra l’opzione per passare a un assistente maschile, anche se non in tutti i paesi (in Italia è presente, basta navigare all’interno delle impostazioni). L’Assistente Google in dotazione agli smartphone Pixel e allo smart speaker Home, Alexa della linea Amazon Echo e Cortana presente in Windows non fanno altrettanto, almeno per il momento.