È una accorata lettera quella che Assoprovider ha inviato a tutti i parlamentari ed europarlamentari italiani per parlare delle gravi difficoltà in cui versano le PMI del settore. «Siamo molto preoccupati di quello che sta succedendo alla concorrenza nello sviluppo della società dell’informazione in Italia, ma anche in Europa», ed il riferimento specifico è relativo all’attività dell’europarlamentare Lorenzo Cesa, la cui iniziativa di organizzare un’audizione a Bruxelles il prossimo 30 Maggio è stata immediatamente vista come un «tentativo di difendere le grandi imprese nel paese delle piccole e medie imprese». Il testo completo della lettera è disponibile sul sito Assoprovider.
A seguito un essenziale riassunto dei punti cardinali emergenti dal testo distribuito dall’associazione:
- Lo scopo della lettera è chiarito fin dalle prime battute: «Con la presente nota vi chiediamo un aiuto a sostenere la nostra analisi e a difendere le regole della concorrenza a livello italiano e/o Europeo nel settore strategico delle telecomunicazioni»;
- I fatti parlano chiaro: le PMI non riescono ad imporsi, il quadro normativo rimane di ampio favore nei confronti dei pochi grandi gruppi delle telecomunicazioni e l’indirizzo preso da Stanca e Cesa nel loro agire istituzionale va esattamente contro i principi espressi sia dal commissario Reding, sia dalle chiare necessità della situazione italiana, sia dalla recente lettera di Richard Stallman in difesa dei principi contro la brevettabilità del software;
- La richiesta è semplicemente quella di tentare di ascoltare l’urlo che arriva “dal basso”, di interpretare le necessità del settore in Italia e di appoggiare la campagna che Assoprovider sta tentando di perpetrare in difesa dei piccoli operatori del settore delle comunicazioni;
- «Dopo anni di dichiarazioni di liberalizzazione, gli operatori che prosperano sono i soliti grandi gruppi di sempre. Nel trasporto e sull’accesso, andando contro i trend tecnologici che chiedono l’apertura a tecnologie standard aperte e unlicensed, il solito cavo con su ADSL, in mano agli ex monopolisti, la fa in Italia da padrone, con cifre da quasi monopolio»
- Una grave critica è mossa contro il filo di lana che ha legato i mesi finora passati da Stanca sulla poltrona del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie: secondo Assoprovider Lucio Stanca ha ignorato la natura stessa della Rete tentando di varare provvedimenti tali da regolamentare dall’alto Internet. Assoprovider rincara la dose nel momento in cui si va ad analizzare lo «Schema di DPR recante il regolamento per l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata»: il sistema è congegnato in modo tale da impedirne un decollo efficace, ed inoltre alcune regole si appalesano come assolutamente anticoncorrenziali (vedi la richiesta di un capitale sociale minimo, norma tanto discriminatoria quanto poco garantista). Il quadro dipinto di conseguenza ha tonalità cupe: «l’approvazione dello schema di DPR rischia di cancellare dal mercato circa 1.500 aziende nell’arco di un anno con un ammanco di non meno di 20.000 (ventimila) posti di lavoro.»
- La Società Innovazione Italia, creata dal Ministero per l’Innovazione e la Tecnologia, «ha deciso di realizzare un portale dal nome Scegli Italia, con lo scopo di organizzare il turismo verso l’Italia su Internet […]; il turismo, uno dei settori di maggior successo del B2B e B2C, vede la presenza di portali, grandi e piccoli, che sono gestiti e realizzati da nuove imprese italiane, in collaborazione con gli operatori turistici grandi e piccoli; molti di questi portali sono storie di successo di Internet; lo stesso avviene in qualsiasi altro paese del mondo […]. Mentre non sarebbe sbagliata […] l’idea di una organizzazione a rete di tali portali dal basso, l’approccio di Innovazione Italia, stile “elefante in un negozio di cristalli”, è quello di “organizzare dall’alto” un pezzo di Internet perfettamente funzionante così com’è»;
- L’ultima aspra contestazione della lettera sottolinea un aspetto sul quale da tempo Assoprovider ha posto le sue principali attenzioni: l’associazione chiede regole aperte, precise ed immediate circa la situazione della banda larga in Italia. Assoprovider si chiede perchè non si liberalizzi il Wi-Fi continuando a puntare ciecamente su un Wi-Max che formalmente ancora non c’è; Assoprovider si chiede perchè non si aiuti il paese a liberarsi dal pesante collo di bottiglia rappresentato dall'”ultimo miglio”; Assoprovider contesta l’Autorità delegata alla sorveglianza (AGCOM) in quanto non avrebbe ottemperato ai propri doveri «facendo tornare saldamente nelle mani dell’ex monopolista il mercato dell’accesso broad band (su ADSL)»
Sabato 28 Maggio Assoprovider ribadirà le proprie rimostranze al “I convegno nazionale su banda larga e società dell’informazione” organizzato a Torino dall’Associazione Anti Digital Divide (associazione che nei giorni passati ha scritto al Presidente della Repubblica per sottoporgli il grave problema relativo all’ambito Wi-Fi). Presenti rappresentanti delle istituzioni, del mondo universitario, delle imprese del settore delle telecomunicazioni ed associazioni quali ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni), AIIP (Associazione Italiana Internet Providers) ed ADUSBEF (Associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi).