Si è chiusa, ieri sera, l’undicesima giornata della fase dei miglioramenti competitivi dell’asta per l’assegnazione delle frequenze per il 5G. La battaglia per aggiudicarsi le ambite frequente da 3700 MHz è continuata a suon di rilanci. Fino ad oggi sono state svolte 136 tornate. Questa contesa sta facendo salire velocemente il valore dell’asta e contestualmente, anche il conto che dovranno pagare gli operatori che si aggiudicheranno i lotti delle frequenze. Se la lotta per aggiudicarsi le frequenze da 700 Mhz si è conclusa rapidamente e con esborsi “contenuti”, l’asta per i lotti da 3700 Mhz sta raggiungendo valori probabilmente imprevisti.
Secondo quanto riportato dal MISE, le offerte degli operatori in gioco hanno raggiunto quota 3.638.840,00 euro solo sulla contesa per le frequenze da 3700 MHz. Complessivamente, l’asta ha raggiunto quota 5.841.642.258,00 euro, superando di quasi 3 miliardi e mezzo l’introito minimo fissato nella Legge di Bilancio. Il motivo che ha fatto crescere in maniera inaspettata i valori dell’asta è presto spiegato. Le frequenze da 3700 Mhz saranno disponibili già dal prossimo anno, quindi praticamente da subito e gli operatori potranno utilizzarle per lanciare i loro primi servizi 5G. Queste frequenze, inoltre, consentono un buon livello di copertura e contestualmente un ottimo livello di velocità.
TIM, Vodafone, Wind Tre, Iliad e Fastweb non vogliono sicuramente perdere il treno del 5G e quindi stanno alzando la posta pur di aggiudicarsi le frequenze. Inoltre, le frequenze da 3700 MHz saranno anche le uniche frequenze buone da utilizzare per il 5G per un bel po’ di tempo. Quelle da 700 MHz già aggiudicate a TIM, Vodafone ed Iliad, saranno disponibili, infatti, solamente dal 2022. Quelle da 26 GHz, ancora da assegnare, serviranno prevalentemente solamente per i centri abitati.
Oggi la gara prosegue ma sembra che la competizione sulle frequenze da 3700 Mhz possa essere finalmente agli sgoccioli.