Come sappiamo, la futura ed importante asta per le frequenze, su cui si gioca in buona sostanza il futuro della banda larga wireless del nostro Paese, dovrebbe fruttare al Governo (stime loro) ben 2,4 miliardi di euro. Anzi, c’è chi afferma che il ricavato potrebbe essere ben maggiore. Ma dove andranno a finire questi fondi? Un po’ ovunque, comuni, regioni, cultura, università…, ma poco o nulla allo sviluppo della banda larga. Nonostante infatti l’invito dell’Unione Europea ad investire in questo settore, il Governo non sembra voler investire fondi extra per lo sviluppo della banda larga italiana.
Anzi, secondo Roberto Viola, segretario generale dell’Agcom, i fondi pro banda larga che si potrebbero ricavare dagli introiti dell’asta, rappresenterebbero le briciole della cifra totale. La legge approvata, dice infatti che andranno a sostegno della banda larga solo il 10% dei fondi eccedenti ai 2,4 miliardi di euro.
Quindi se gli introiti dell’asta dovessero risultare superiori ai 2,4 miliardi di euro, il 10% di questo extra andrabbe allo sviluppo del settore delle Tlc italiane.
Calcolatrice alla mano, visto che i più ottimisti stimano in 2,9 miliardi di euro il riacavato dell’asta, dei 500 milioni extra, 50 andrebbero alla banda larga.
Dunque nelle migliori delle ipotesi, sarebbero solo 50 milioni i fondi destinati allo sviluppo della banda larga, che poi altro non sono che la cifra spesa già quest’anno dal Governo Italiano per sostenere questo settore, e quindi di fatto non si tratterebbe di incentivi extra, ma della normalità…