Finalmente ci siamo! Come già accennato nel precedente post dopo un’attesa molto, troppo lunga con numerosi rinvii, il Ministero delle Comunicazioni annuncia l’arrivo dell’asta per le frequenze del WiMax.
Nei prossimi giorni dunque sulla Gazzetta Ufficiale potremo leggerne dettagli. Nei successivi 45 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta, le aziende interessate potranno chiedere l’ammissione all’asta, ammissione che sarà valutata poi entro 15 giorni. I partecipanti ufficiali poi, potranno presentare le offerte entro 30 giorni e poi in seguito provvedere a rilanci in caso ce ne fosse bisogno.
Calendario alla mano comunque si nota che per l’assegnazione definitiva delle licenze si dovrà attendere i primi due mesi del 2008. C’è ancora parecchio da aspettare, attesa che dovrà sommarsi al tempo che gli ISP impiegheranno per strutturare fisicamente la propria rete, reti WiMax operative le vedremo forse solo a fine 2008.
I requisiti per l’asta sono quelli già menzionati in molti dei nostri articoli, ma riassumiamo alcuni dei punti più importanti.
La gara prevede l’assegnazione di 35 licenze con validità di 15 anni, rinnovabili successivamente.
Il territorio Italiano è stato diviso in macro aree. Per ogni macro area verranno concesse due licenze con spettro di frequenza pari a 2 x 21 Mhz.
Un’azienda non può vedersi assegnare più di una licenza per macro area, ma può viceversa avere una licenza per Macro Area e quindi andare a coprire tutto il territorio Italiano.
Verrà poi data una terza licenza su base strettamente regionale a quelle aziende che non sono dotate di licenza Umts.
I vincitori avranno 30 mesi per rendere operativa la propria rete e coprire più territorio possibile. Verrà utilizzato un meccanismo a punti per verificare il grado di efficienza dell’azienda.
In particolare verrà considerato maggiormente chi coprirà per primo le aree dove attualmente la banda larga tradizionale non arriva.
Il Ministero da questo concorso si aspetta di guadagnare circa 45 milioni di euro. Una bella cifra che fa già intuire che all’asta potranno solo partecipare i soliti noti.
Infatti nella nota del Ministero viene pubblicato uno specchietto con le basi d’asta per macro area.
Possiamo quindi osservare come in Sardegna la base d’asta sarà di “soli” 400.000 euro, mentre nella macro area più grande l’asta partirà da 3,5 milioni di euro in su.
Ovviamente queste sono le cifre minime, sono previsti infatti rilanci in caso di più offerte.
Il rischio però nell’avere concorsi così costosi è quello di creare già in partenza un monopolio del WiMax.
Al riguardo infatti il regolamento non è chiaro. Infatti non si capisce se sarà possibile per l’Isp rivendere la connettività e la banda con i classici servizi Wholesale (come fa già Telecom adesso con l’ADSL). Sembrerebbe che l’orientamento sia in questo senso, ma non c’è ancora nulla di ufficiale al riguardo.
Non si capisce inoltre se il WiMax sarà utilizzabile per i servizi di telefonia mobile anche se lo spettro di frequenze risulterebbe troppo alto per un uso efficace in mobilità.
Inoltre molti richiedono la possibilità di utilizzare il backhauling e cioè collegare assieme tutte le antenne degli utenti per costruire una rete più capillare.
Si chiede dunque una “neutralità tecnologica” del bando in maniera tale che il Wimax non sia già imprigionato e senza possibilità future di sviluppo.
Alcuni chiedono infine che anche le Regioni possano partecipare all’assegnazione delle aste per le licenze regionali. In tal modo le regioni potrebbero offrire connettività gratuita al proprio territorio con una strategia di sviluppo già adottata con successo in Europa e in America.