In molti hanno sicuramente sentito parlare del fenomeno della aste al ribasso on-line. In estrema sintesi, si tratta di portali (Lowbid.it e Asteclic.com sono alcuni esempi di servizi attivi in Italia), in cui si aggiudica le aste chi offre di meno.
Al di là dei meccanismi che si nascondono sotto questo sistema (il fatto che ogni puntata abbia un costo è sempre chiaramente indicato nel regolamento così come le dinamiche di assegnazione delle aste) vorrei proporre due punti di vista sull’efficacia di questi servizi nel campo del marketing.
Il primo aspetto chiave è come questi portali riescano a sfruttare il passaparola tra utenti. Attraverso la generazione di eventi clamorosi come l’assegnazione di automobili a un costo di pochissimi centesimi di euro, si riesce a destare la curiosità dei navigatori in maniera eccezionale. Il tutto senza essere in perdita poiché, come si capisce calcolatrice alla mano, i guadagni per questi siti sulle aste sono facilmente ipotizzabili.
Il secondo aspetto è quello relativo alla lead generation. Gli iscritti che partecipano a un’asta e provano ad aggiudicarsi determinati prodotti, sono ovviamente interessati a tali merci. Informazione utilissima per le aziende che, quei prodotti, li commercializzano nei canali tradizionali e, magari, li mette all’asta.
Come dicevo nel titolo, mi sembra che dal punto di vista della marketing 2.0 (mi astengo volutamente da qualsiasi giudizio etico su questa tipologia di servizio on-line) siamo di fronte a una trovata degna di nota…