Six Days in Fallujah, sparatutto ambientato nella recente guerra irachena del 2004, era stato cancellato da Konami per via delle pesanti critiche politiche da coloro che avevano partecipato attivamente a tale guerra, o dai parenti dei soldati caduti.
Peter Tamte, presidente di Atomic Games, lo studio a cui è stato affidato lo sviluppo del gioco in questione, ha sempre affermato che il titolo è più un documentario che un semplice videogioco, riproducendo la cronaca dei sei giorni in cui si è svolta la battaglia di Fallujah. Al progetto ha persino collaborato un Capitano dei Marine che contò tredici vittime tra i suoi uomini, il quale ha assistito il team per far sì che i contenuti fossero il più accurati possibile.
Tamte, per tanto, non intende rinunciare alla grande quantità di lavoro e di perizia dedicata al progetto e ha detto al Newsweek che spera ancora nella distribuzione di Six Days in Fallujah e per queste ragione lo studio è ancora disponibile a negoziare con altri publisher per la pubblicazione del gioco.