Sono finiti nella rete tesa dalla Polizia di Torino, tre rumeni, rei di aver clonato delle carte di credito.
I cyber-delinquenti sono stati colti in flagranza di reato, in altre parole con le mani nel sacco.
Gli stessi avrebbero adottato un sistema molto simile al P2P, ovvero, servendosi della rete e di vari utenti connessi ad un circuito torrent, hanno scambiato e condiviso, con loro, informazioni riservate e, utilizzando ulteriori periferiche hardware, clonato le carte.
La Polizia, infatti, durante le operazioni di perquisizione, ha rinvenuto PC portatili, lettori magnetici, macchine fotografiche digitali, cavetti e numerose carte di credito e bancomat pronti per essere clonati.
Inoltre, all’interno dell’hard disk dei portatili, sono stati scovati tantissimi “pin” e codici numerici di altrettante carte di credito, aventi provenienza estera.
In tutta Europa, l’argomento del giorno è quello del monitoraggio del traffico Internet, degli utenti, per arginare il macrofenomeno del P2P. D’altro canto, il Garante ha sentenziato che ciò non è possibile per una questione di rispetto dei dati sensibili.
Alla luce dei fatti di cronaca, però, mi chiedo se valgono di più le tasche degli utenti oppure la privacy di una persona…