Il giorno in cui sarà possibile sedersi in macchina e chiedere all’auto di recarsi in un determinato posto, magari utilizzando il sistema di assistenza vocale proposto da Nuance, è sempre più vicino. La dimostrazione giunge dal CES 2013, ove Audi ha presentato un prototipo di quello che sarà il sensore montato a bordo dei veicoli autonomi sviluppati in futuro dell’azienda: trattasi di un dispositivo di dimensioni decisamente più contenute rispetto a quelli utilizzati fino ad oggi, con diversi vantaggi legati alla sua adozione.
Tale sensore ha il compito di osservare ciò che accade al di fuori dell’abitacolo, permettendo così ad appositi sistemi di elaborazione di determinare le azioni da eseguire a seconda della situazione. Ad oggi tale ruolo viene svolto da apparecchi di rilevamento di grosse dimensioni, posti sul tetto dei veicoli e dunque particolarmente ingombranti, oltre che sgradevoli dal punto di vista estetico. Quanto studiato da Audi, invece, risulta essere quasi invisibile dall’esterno ed è in grado di raccogliere un’ampia varietà di informazioni provenienti da ogni lato.
Proprio la casa automobilistica tedesca ha ricevuto di recente la prima licenza in assoluto per l’utilizzo su strada di veicoli senza guidatore in Nevada ed ha avviato così una fase di sperimentazione nella città di Las Vegas. In questo modo gli ingegneri hanno potuto raccogliere dati sull’efficacia di tali sensori, potendo così migliorarne il funzionamento e studiare nuove soluzioni in grado di far compiere un ulteriore salto di qualità a tale tecnologia. Quest’ultima sembra destinata tuttavia a dover attendere diverso tempo prima di poter trovare applicazioni pratiche nella vita quotidiana, a causa di svariati motivi.
Come sottolineato da Ricky Hudi, responsabile del reparto elettronica di Audi, vanno risolti innanzitutto una serie di problemi tecnici di varia natura, rendendo i sistemi di navigazione senza guidatore efficienti e sicuri il più possibile. Una volta raggiunto un sufficiente livello di sicurezza, poi, sarà necessario affrontare i problemi legati alla legge, la quale per ora richiede ancora la presenza di un guidatore. Secondo Hudi, presto la situazione potrebbe cambiare soprattutto nel secondo caso, con il Giappone che potrebbe essere la prima nazione ad accogliere i veicoli autonomi sulle proprie strade.