Le autorità statunitense hanno avviato una nuova indagine nei confronti di Volkswagen, dopo aver scoperto che su alcuni modelli Audi è stato installato un software per alterare i risultati dei test sulle emissioni di anidride carbonica e ossido di azoto. La casa automobilistica di Wolfsburg ha confermato la notizia divulgata una settimana fa, dichiarando che Audi ha già fornito tutte le informazioni tecniche al governo tedesco.
Il “trucco” è presente in alcuni modelli (Audi A6, A8 e Q5) con cambio automatico. Il California Air Resources Board (CARB) ha scoperto che il software non permette di misurare correttamente le emissioni durante i test effettuati per l’omologazione dei veicoli. Il Dynamic Shift Program seleziona la marcia più adatta in base a vari parametri (velocità, tipo di strada, stile di guida), consentendo di ridurre il consumo di carburante e le emissioni dei gas di scarico. Audi avrebbe programmato il software che gestisce il sistema di trasmissione automatica per rilevare le condizioni del test.
In pratica, se l’automobile viaggia lentamente in linea retta sui rulli, i valori di CO2 e NOx rientrano nella norma. Ciò però non corrisponde alle reali emissioni durante la marcia su strada, dato che il cambio automatico viene sfruttato con maggiore frequenza. La EPA (Environmental Protection Agency) ha avviato un’indagine negli Stati Uniti e ascolterà gli ingegneri del gruppo Volkswagen la prossima settimana.
Il produttore tedesco potrebbe essere nuovamente accusato di truccare i dati sulle emissioni, come accaduto lo scorso anno. Il noto Dieselgate non è stato ancora chiuso. EPA e CARB hanno respinto la soluzione proposta da Volkswagen relativa agli 85.000 veicoli con motori da 3 litri che emettono una quantità di gas nocivi fino a nove volte superiore a quella consentita dalla legge.