Australia: gli ISP protestano contro la politica dei filtri

Australia: gli ISP protestano contro la politica dei filtri

Il governo australiano ha previsto da tempo l’introduzione da parte dei provider di filtri sulle connessioni Internet. Definita “Cyber-Security”, l’operazione prevede il blocco degli accessi a tutti i contenuti illegali della rete, in particolare al download di materiali protetti dal diritto d’autore.

Dopo un breve periodo di test, gli ISP hanno deciso di manifestare tutta la loro disapprovazione nei confronti di questa politica della sicurezza. Secondo i provider, le scelte del governo appaiono estremamente rigide e la cosiddetta “Cyber-Security” non sarebbe altro che una forma di censura di stato.

Micheal Malone, managing director dell’ISP iiNet, è diventato il portavoce della protesta che ad oggi raggruppa diversi fornitori di servizi australiani. iiNet è una delle società che ha preso parte ai primi test pilota sui filtri e i risultati appaiono davvero imbarazzanti: le tecniche di filtraggio sono costose e totalmente inefficaci. Talmente inutili che, proprio qualche giorno fa, un ragazzino è riuscito a bypassare i blocchi senza troppi problemi.

Malone ha quindi deciso di rendere pubblici i dati relativi i prossimi test per dimostrare come il governo, nella fattispecie rappresentato dal Ministro delle Telecomunicazioni Stephen Conroy, stia perseguendo una strategia senza futuro.

Stephen Conroy è il peggiore ministro che abbiamo avuto da 15 anni, sin da quando esiste l’industria di Internet. [… ]Non stanno ascoltando gli esperti, non stanno ascoltando l’industria, non stanno ascoltando i consumatori, quindi forse un po’ di numeri concreti potranno essere d’aiuto.

Il senatore dei Verdi Scott Ludlam ha fatto propria la battaglia di Malone portando così la protesta anche in parlamento. Il ministro Conroy ha semplicemente ribattuto agli attacchi, sostenendo che serve del tempo e un numero maggiore di test per appurare i benefici del filtraggio totale della Rete. Tuttavia, sembra ormai evidente che, dato che gli ISP sono riluttanti ad applicare i filtri previsti per legge, la strategia voluta dal governo sia destinata a fallire.

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