Si chiama Seamless Traveler ed è un progetto messo in campo dalle autorità in Australia con l’obiettivo di velocizzare il transito dei passeggeri all’interno degli aeroporti. Una delle iniziative prevede l’impiego del riconoscimento biometrico (facciale, dell’iride e delle impronte digitali) per sostituire il più classico controllo del passaporto.
I benefici sono innanzitutto in termini di tempo, di rapidità nel smaltire le code, ma ci sono anche ripercussioni positive per quanto riguarda la sicurezza: le autorità affermano che attraverso questo metodo il 90% circa dei viaggiatori può effettuare da sé il processo di autenticazione, senza l’intervento attivo da parte del personale, così che gli addetti ai controlli possano concentrarsi sui soggetti ritenuti più a rischio. Un approccio di questo tipo si potrà applicare non solo ai voli locali, ma anche a quelli internazionali. Per attuarlo servirà l’installazione di una nuova infrastruttura tecnologica, che andrà a sostituire le postazioni SmartGates entrate in azione nel paese solo una decina di anni fa.
La tecnologia, però, non è ancora pronta. Un portavoce del DIBP (Department of Immigration and Border Protection) ha chiarito che per il momento il governo ha chiesto alle aziende locali di proporre soluzioni create ad hoc per soddisfare questa esigenza. Si tratta dunque di un progetto a lungo termine. Alcuni test saranno effettuati a partire dal mese di luglio in uno scalo della capitale Canberra, con l’obiettivo di estendere l’impiego del sistema a tutto il paese entro il marzo 2019.
Va chiarito che il riconoscimento biometrico è già in fase di sperimentazione da tempo in alcuni aeroporti statunitensi, ma solo come mezzo a cui ricorrere per la conferma della fotografia allegata al passaporto. Sarà interessante anche capire quali misure verranno attuate per garantire la piena protezione dei dati personali delle persone identificate prima di imbarcarsi o dopo essere atterrate tramite analisi del volto, dell’iride e delle impronte.