Il rombo di un motore, il suono sprigionato dalle camere di combustione quando si preme sull’acceleratore, è sempre stato sinonimo di potenza e prestazioni. Per ovvi motivi tutto questo non vale per le auto elettriche, dove il carburante è sostituito da energia che produce il moto in maniera silenziosa. Talmente silenziosa da richiedere l’impiego di dispositivi o soluzioni pensati per simulare dal punto di vista sonoro il funzionamento di un propulsore tradizionale, così da avvisare chi si trova ad occupare la carreggiata del suo arrivo.
L’insidia del silenzio
Specialmente alle basse velocità, dunque in particolare all’interno dei centri abitati, l’udibilità di una vettura può rappresentare un fattore importante e determinante per la sicurezza di tutti. In altre parole, se un pedone o un ciclista si accorgono del sopraggiungere dell’automobile prestano maggiore attenzione a ciò che accade intorno a loro, mentre in caso contrario si potrebbero verificare incidenti o situazioni potenzialmente pericolose.
Paradossalmente, dunque, la riduzione dell’inquinamento acustico generato dal traffico (un problema particolarmente sentito soprattutto all’interno dei centri abitati) costituisce un grattacapo anziché essere vista come un obiettivo da perseguire e già parzialmente raggiunto. Se l’auto non fa rumore, bisogna installare a bordo un aggeggio che lo faccia al posto suo, per emettere un disturbo sonoro fittizio. In sintesi, l’evoluzione dell’universo automotive si trova a dover fare i conti con una sorta di bizzarro conflitto: da una parte le opportunità offerte dall’arrivo di una tecnologia finalmente in grado di non nuocere in termini di rumorosità, dall’altra l’esigenza di rendere ogni vettura percepibile dall’orecchio umano anche alla distanza.
Soluzioni di oggi
Sul mercato già si trovano soluzioni per aggirare il “problema” (l’utilizzo delle virgolette è d’obbligo) della silenziosità. I più semplici sono rappresentati, come già anticipato, da altoparlanti che riproducono un suono del tutto simile a quello emesso da un tradizionale motore a scoppio. Alcuni di questi entrano in funzione solo quando l’auto procede a passo lento, indicativamente tra gli 0 Km/h e i 20 Km/h, dopodiché l’attrito della carrozzeria con l’aria e il rotolamento degli pneumatici sulla superficie dell’asfalto risultano sufficienti per avvisare pedoni e ciclisti del proprio arrivo.
Sulla questione si è pronunciato lo scorso anno il Parlamento Europeo, seguendo il solco tracciato in precedenza oltreoceano dalla NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) e imponendo agli automaker l’installazione obbligatoria di un generatore di rumore, entro e non oltre l’1 luglio 2019. Curiosamente, al tempo stesso, si è deciso che entro il 2026 il volume massimo generato dai motori commercializzati dovrà scendere dagli attuali 74 decibel a 68 decibel. Questo un estratto dalla documentazione approvata a livello continentale.
Il Parlamento Europeo è preoccupato di come la silenziosità delle automobili elettriche e ibride possa costituire un pericolo per pedoni e ciclisti. Si è dunque deciso che tutti i produttori dovranno installare un Acoustic Vehicle Alerting System (AVAS) nelle nuove vetture elettriche e ibride entro l’1 luglio 2019. La commissione elaborerà i requisiti del sistema entro il 2017.
A tal proposito risulta interessante anche citare la posizione del gruppo britannico Guide Dogs, che come si può intuire già dal nome si occupa di addestrare e fornire cani guida, ovvero gli animali a quattro zampe che aiutano le persone cieche o ipovedenti durante gli spostamenti. Questa la dichiarazione di Libby Clegg, atleta paralimpica affetta dalla malattia di Stargardt che le ha causato una drastica riduzione del visus.
È terribile trovarsi a dover attraversare la strada quando non si è in grado di sentire le auto elettriche o ibride. Assicurarsi che tutte le vetture silenziose abbiano un sistema di generazione del rumore installato e sempre funzionante assicurerebbe a milioni di persone che hanno perso la vista, come me, di essere protetti da una crescente insidia per la sicurezza.
Soluzioni di domani
Analizzando la questione in un’ottica lungimirante non è però possibile riconoscere i sistemi appena descritti come soluzioni definitive o degni di essere nominati tra le tecnologie che puntano a rendere la mobilità sempre più innovativa. In un futuro non troppo lontano la sicurezza sulla strada non sarà più affidata alla bontà dell’udito di chi la occupa. Il problema esiste, non va sottovalutato, ma basare la soluzione sulle abilità uditive delle persone non farà altro che portare alla luce tutti i limiti dell’essere umano e del suo sistema sensoriale.
Anche in questo caso la tecnologia può portare all’introduzione di enormi benefici per tutti. Si pensi ad esempio alle self-driving car, ovvero i veicoli a guida autonoma: il software e l’hardware equipaggiati sono in grado di rilevare in tempo reale qualsiasi cosa in movimento all’interno della carreggiata, intervenendo di conseguenza, in modo immediato e senza tutti i limiti legati ai tempi di reazioni tipici dell’essere umano.
Per quanto riguarda la rumorosità dei motori varrà lo stesso principio. Lo scambio di informazioni tra i veicoli (V2V) e la costante comunicazione delle auto con la segnaletica potranno ad esempio portare all’emissione di segnali acustici esclusivamente quando necessario, solo nel caso in cui ad un incrocio vi sia qualcuno in attesa di attraversare, evitando così di disturbare la quiete pubblica anche nelle situazioni in cui non ce n’è bisogno.
Effetto Doppler
Forse non tutti sanno che l’effetto Doppler è quel fenomeno fisico che si manifesta quando un soggetto percepisce una variazione della frequenza o della lunghezza d’onda sonora emessa da una sorgente in movimento rispetto a chi la ascolta. Chiunque ne ha un’esperienza diretta ogni volta che si trova a passeggiare per strada: si sente un’auto sopraggiungere da lontano (non ha importanza se alle spalle oppure di fronte), il suono udito cambia progressivamente con l’avvicinarsi del mezzo fino a raggiungere il culmine di intensità nel momento in cui si trova al minimo della distanza, per poi scomparire gradualmente allontanandosi. Questo aiuta il pedone a comportarsi di conseguenza, ad esempio aspettando per attraversare le strisce o mettendosi a lato della carreggiata, valutando anche senza bisogno di guardare qual è lo spazio che lo separa dalla vettura. Essendo il rumore emesso da un veicolo elettrico inferiore se non addirittura nullo, tutto questo non avviene, o comunque si avverte con minore intensità.