Un sondaggio portato avanti dal gruppo Ford Motor Company a livello europeo ha evidenziato alcuni trend macroscopici nelle scelte di acquisto in campo automotive nel vecchio continente, denotando una particolare propensione degli acquirenti nello scegliere per sé e per i propri passeggeri tecnologie in grado di assicurare la massima sicurezza e la miglior esperienza di viaggio possibile. Scelte che hanno nomi, cognomi e geolocalizzazione: ogni singola nazione ha denotato specifiche esigenze, determinando a livello macroscopico l’espressione di una sorta di volontà spontanea e dal perimetro ben delineato: ogni mercato ha fatto emergere il proprio carattere, approcciando il mercato con una precisa domanda trasfigurata in acquisti e opzioni di scelta.
E la scelta è chiara: l’utente europeo non solo vuole sicurezza e tranquillità, ma è pronto a delegare queste funzioni ad automobili intelligenti. Il tutto sembra manifestarsi come una sorta di compensazione che nasce da una consapevolezza: l’uomo è fallace, le sue potenzialità sono limitate e il compendio che può offrire una strumentazione avanzata trasforma il guidatore in un cyborg dalle capacità aumentate, dagli apparati sensoriali potenziati e dai riflessi moltiplicati. L’acquirente, nel momento in cui opta per tecnologie di questo tipo, non sta soltanto migliorando la propria condizione, ma in qualche modo sta migliorando sé stesso: sta implementando il proprio controllo sulla strada, rimanendo nella posizione di comando, ma avvalendosi di elementi coadiuvanti che stravolgono l’esperienza di guida.
E tutto ciò non per osmosi, né per semplice accettazione di un prodotto che va evolvendosi: l’intelligenza degli strumenti utilizzati è una scelta e il mercato europeo (con ogni sfumatura del caso) ha scelto.
L’auto intelligente è frutto di una scelta
I dati scaturiti dal Car Buying Trends 2015 tracciano il profilo dell’acquirente europeo, dettando le linee dello sviluppo futuro delle autovetture sul mercato:
Ford e altri costruttori sono al lavoro sui veicoli a guida automatica, ma molti sistemi di guida semi-autonoma sono già disponibili oggi e sono sempre più apprezzati dai clienti, che possono contare su soluzioni che incrementano la sicurezza e il comfort. Stiamo riscontrando un importante incremento della domanda di tutte quelle tecnologie che migliorano la qualità della vita a bordo e rendono sempre meno stressante il tempo passato in auto. Quando, per esempio, si ha la possibilità di lasciare eseguire all’auto la manovra di parcheggio, ci si abitua molto presto alla comodità.
Roelant de Waard, Vice Presidente Marketing, Vendite e Assistenza di Ford Europa.
Ford, in particolare, risponde alla domanda di sicurezza e assistenza con tecnologie quali l’Active Park Assist, l’Adaptive Cruise Control, L’Active City Stop o il Lane Keeping Aid: ognuna di queste terminologie racchiude il concetto di aiuto proattivo, poiché è esattamente questo quel che l’utente va richiedendo. Trattasi peraltro di una risposta naturale dell’uomo al cospetto di un contesto che è andato via via complicandosi: muoversi all’interno della rete stradale odierna significa rispondere ad una serie di sollecitazioni continue, che l’uomo fatica a gestire con la necessaria sicurezza. Per questo motivo ogni piccola distrazione può rivelarsi fatale: l’uso di smartphone, una eccessiva attenzione su un monitor di bordo, condizioni psicofisiche non adeguate o altre sbavature possono rivelarsi fatali qualora il destino metta il veicolo nel punto sbagliato al momento sbagliato.
Le tecnologie di aiuto alla guida ripristinano invece un equo livello di sicurezza: strumenti intelligenti per rispondere a problemi complessi, insomma, per trasformare l’uomo in un protagonista sempre meno attivo nei processi di guida. L’uomo, all’interno del processo che porta alla delega di alcune funzioni verso tecnologie di bordo, abbandona progressivamente la centralità del proprio controllo pur mantenendo l’ultima decisione per sé. L’auto a guida autonoma sarà l’ultimo anello di una catena di deresponsabilizzazione che è in auge ormai da anni, rivelandosi addirittura connaturata alla storia del rapporto tra uomo e macchina.
Studiamo e analizziamo le fluttuazioni dei gusti dei nostri clienti europei per fornire loro un’offerta di prodotti che sia sempre allineati alla domanda da ogni punto di vista.
La ricerca mette in luce le potenzialità del mercato. La recente visita di Webnews al centro ricerche Ford di Aachen ne è dimostrazione: laboratori chimici, sale di monitoraggio degli scarichi ed officine di implementazione delle nuove tecnologie costituiscono l’ombelico della propensione al futuro dell’Ovale Blu.
Auto intelligente, risposta a più problemi
La ricerca altro non costruisce se non potenzialità, peraltro sulla scia di indicazioni provenienti direttamente dal monitoraggio del mercato. A tradurre le potenzialità in realtà è l’incontro tra la domanda e l’offerta, nel quale la prima componente ha funzione di guida. La scelta degli utenti si è manifestata in favore di auto nelle quali la potenza ha sempre minore appeal (soprattutto nelle nuove generazioni), mentre l’intelligenza delle dotazioni di bordo è vista come un valore assoluto imprescindibile e fattore prioritario di scelta in fase di acquisto. Questa improvvisa mutazione del mercato ha portato le case produttrici a rivedere alla base i propri paradigmi di sviluppo, spostando sull’elettronica e sulla connettività i propri sforzi e la propria creatività.
Ecco perché l’evoluzione attuale dell’automotive va considerata come espressione di una volontà: l’uomo cerca la robotica perché vuole affidarvi il proprio futuro; vuole strumenti intelligenti perché vuole accelerare il proprio sviluppo; vuole soluzioni avanzate perché sa di poter essere motore di un mondo migliore allo stesso modo di come può essere carnefice di sé stesso. L’innovazione in sé è scelta, espressione istintiva in una fase evolutiva che troppo spesso trova sulla strada gli ostacoli ad uno sviluppo che si svolga in senso positivo.
Il traffico, l’assenza di parcheggi, il pericolo derivante dagli incidenti, la complessità delle scelte nell’organizzare i viaggi: sono queste tutte conseguenze endogene di un sistema che è si è stratificato attorno alle scelte dettate da un’industria in grandissima evoluzione per decenni. Ora quest’ordine di problemi non rappresenta più qualcosa di tollerabile, poiché la qualità dell’esperienza (nonché la sostenibilità del mercato) è diventata parametro di valutazione prioritario. A cambiare è l’approccio alla strada, le aspettative dei guidatori: è l’uomo a pretendere più intelligenza dai propri strumenti, perché è sugli strumenti che da sempre ha proiettato le ambizioni che ha per sé.