Autodesk è nota ai più come software house, responsabile di programmi del calibro di AutoCAD, 3D Studio Max e Maya, ma l’azienda ha intenzione di dire la propria anche in ambito hardware. Lo dimostra il lancio della sua prima stampante 3D, chiamata Ember e basata sulla tecnologia Digital Light Processing, ovvero che non utilizza filamenti di materiale polimerico per dar vita agli oggetti. Inoltre, il progetto è open source.
Già in vendita sulle pagine del sito ufficiale al prezzo non proprio accessibile di 5.595 dollari (circa 4.900 euro al cambio attuale), è disponibile inizialmente momento nella Explorer Edition, ovvero la versione destinata agli sviluppatori e a chi vuole testarne in anteprima le potenzialità, ancora priva della certificazione FCC. Le spedizioni prenderanno il via nel mese di marzo.
Per chi non ne fosse a conoscenza, la tecnologia DLP si basa sull’impiego di un materiale fotosensibile allo stato liquido, posizionato all’interno di un contenitore. Attraverso un proiettore realizzato ad hoc vengono emessi uno ad uno gli strati orizzontali dell’oggetto che si desidera realizzare, su una sezione che man mano viene sollevata dalla vasca. In questo modo, ogni layer si forma sopra al precedente e va a costituire il modello tridimensionale finito, che in questo caso viene ottenuto capovolto.
Il metodo risulta molto più veloce rispetto a quello delle stampanti 3D più tradizionali, nelle quali è necessario scaldare la punta di un filamento attraverso un ugello per l’estruzione. Anche la qualità è migliore, con una risoluzione maggiormente elevata. Rispetto ai dispositivi DLP già in commercio, inoltre, Autodesk Ember ha il vantaggio di ridurre la forza necessaria per spostare la parte di oggetto stampata verso l’alto, grazie alla particolare “forma a C” della vasca che contiene il liquido.
La natura open del progetto citata in apertura ha invece come obiettivo quello di stuzzicare la fantasia e la creatività della community di tecnici e sviluppatori, che in futuro potranno contribuire a migliorarne specifiche e funzionamento, in modo simile a quanto successo in passato con i primi modelli di MakerBot. La software house assicura inoltre la piena compatibilità della stampante con il programma Spark, al momento disponibile in versione beta.