Automazione nella creazione di una Landing Page

Riapro il capitolo Landing Page (illustrato nei principali punti da Elena) per sostenere due situazioni, la prima pienamente condivisibile è il fattore test, ovvero una buona landing per essere uno strumento di conversione eccellente deve essere testata più e più volte, la seconda riguarda invece una metodologia univoca orientata all’automazione.

Ogni pagina di atterraggio può essere ottima in un determinato mercato e totalmente scarsa o addirittura inutile in un altro; partendo da questo dato di fatto è probabile che normalizzando il processo di stesura della pagina stessa, quindi creando un comune denominatore o meglio una serie di guidelines, si possa riuscire ad avere un prodotto con base valida, pronta per essere messa sotto tuning.

Faccio riferimento al post Business Writing di 7thfloor nel quale è possibile trovare un “How to” di 7 step adatti a redigere contenuti orientati alla conversione utente/cliente come per esempio una landing (che sia di successo o no questo sarà poi da verificare).

• Nel primo paragrafo si dovrebbe esordire col benefit o la notizia per cui varrebbe la pena di leggere la nostra comunicazione.
• Il secondo dovrebbe permettere di approfondire il benefit.
• Il terzo paragrafo dovrebbe comunicare al nostro lettore cosa otterrà se farà quello che gli suggeriamo.
• Nel quarto dovremmo evidenziare dati, prove o argomentazioni che supportino quello che abbiamo descritto fino ad allora.
• Nel quinto si drammatizza un po’: si sottolinea cosa il lettore potrebbe perdere qualora non facesse quello che gli stiamo consigliando.
• Nel sesto gli ribadiamo il benefit inziale, perché repetita iuvant.
• E nel settimo, finalmente, lo invitiamo ad agire, subito.

Immaginate di partire da zero, utilizzereste questa base per la creazione della Landing Page per poi proseguire con i test di ottimizzazione della pagina stessa?

Siete convinti anche voi che in qualche modo l’abstract riassumi il processo di creazione di una normale Landing?