Centinaia di commenti. Decine di opinioni avverse. Una innumerevole lista di analisi contrarie, alcune delle quali approfonditamente argomentate e del tutto autorevoli. Risposte e controrisposte. Nulla, è servito a nulla: per il costo di 0.35 euro (prezzo indicato sul documento in PDF) la proposta di legge dell’on.Carlucci è andata avanti ed arriverà presto sui banchi parlamentari. La velocità delle procedure potrebbe, come nel caso D’Alia, portare ad una improvvida approvazione, dopodiché ci sarebbe di che preoccuparsi davvero, perché in quelle poche righe è rinchiusa l’essenza di un improvviso inasprimento del diritto applicato alla Rete.
Diventa a questo punto stucchevole doversi appellare nuovamente ai soliti Cassinelli o Di Pietro. Non è possibile trovare ogni volta un salvagente, ben sapendo che tra le maglie di qualche nuova normativa che sta per essere partorita si annida il germe della censura, il seme del controllo a tutti i costi, il virus della limitazione della libertà per scopi terzi. Se la politica non vuol cambiare, occorre far qualcosa per cambiare la politica. La Rete deve cercare interlocutori privilegiati, deve riuscire a far fronte comune per infilare nelle sale dei bottoni un qualche controllore che si ponga vigile a difesa del WWW.
In ballo c’è il senso stesso della libertà, ma c’è anche la concezione stessa di innovazione. Stiamo decidendo in che direzione andare: se sbagliamo, ogni passo compiuto sarà un passo che ci allontana dalla verità.
Prendere appunti: proposta 2195, assegnata alla IX Commissione Trasporti il 12 marzo 2009. Chi darà il proprio voto favorevole dovrà assumersi le proprie responsabilità di fronte al paese e di fronte al Web.