Che l’industria del cinema, specialmente quella americana, non stia soffrendo troppo la crisi economica e gli effetti “nefasti” della pirateria lo abbiamo notato già più volte. A rafforzare questa impressione è arrivato l’enorme successo di Avatar, il colossal digitale di James Cameron, che, dopo aver sbancato i botteghini, ora ha infranto i precedenti record di vendita di DVD Blu-Ray. Si tratta probabilmente della vera consacrazione di questo formato dalle grandi capacità di memoria a standard.
Avatar sta trionfando, però, oltre che nelle sfere di distribuzione legali, anche nel campo della pirateria. Da mesi è uno dei film più condivisi o riprodotti via streaming. L’uscita del DVD ufficiale ha permesso al film di diventare in pochissimi giorni il DVD Blu-Ray più piratato di sempre, senza per altro andare in contro a particolari problemi economici per questo motivo.
Delle centinaia di migliaia di download avvenuti nei primi giorni, buona parte sono venuti dalla Gran Bretagna e dall’Australia, paesi dove il film sarebbe uscito con qualche giorno di ritardo. Ma c’è un’altra spiegazione dietro questo boom.
Il DVD del film di Cameron, nonostante il successo d’incassi fosse comunque prevedibile, è dotato di “sofisticati” sistemi di protezione DRM. Questi sistemi, lungi da impedire il pirataggio del film, hanno il poco piacevole effetto di non far funzionare il supporto in moltissimi lettori. Nulla di strano, allora, che dopo l’acquisto del film molte famiglie siano state costrette dai sistemi anti-pirateria a rivolgersi al loro fidato eMule o client BitTorrent.
Qualcuno potrà sorridere di fronte a tutto ciò: di fatto, però, si tratta dell’ennesima prova dei danni che la paranoia anti-pirateria sta comportando alla gente comune.