Le premesse della vicenda non avrebbero fatto supporre alcunchè di strano o anormale: il Ministero Estero olandese aveva invitato alcuni giornalisti israeliani ad Amsterdam per assistere ad un seminario sul sistema educativo del suo paese, chiedendo loro la cortesia di inviare con un certo anticipo alcune domande sull’argomento. Dopo aver ricevuto l’email in questione, il Ministero Estero ha però preso in seria considerazione l’intenzione di annullare l’incontro con i giornalisti e di compilare una denuncia formale sull’incidente. L’elemento chiave capace di mutare il corso della vicenda è stato il contenuto del messaggio di posta elettronica. Nessuna cattiva intenzione però da parte dei giornalisti: la causa primaria dell’incidente deve essere attribuita al servizio di trasduzione istantanea BabelFish i cui servigi, unitamente ad una buona dose di leggerezza da parte dei mittenti, sono riusciti a confezionare una email dai contenuti decisamente curiosi e discutibili.
La email inizia con le parole «Hello Bud», decisamente poco appropriate per rivolgersi ad una carica istituzionale, per poi proseguire con la seguente frase: «the mother your visit in Israel is a sleep to the favour or to the bed your mind on the conflict are Israel Palestinian, and on relational Israel Holland». Seguono poi cinque domande scritte in un inglese alquanto incomprensibile e con una altrettanto singolare fissazione sul termine “mother”. Il ministro estero olandese si sarebbe aspettato ogni genere di domande, ma mai di ricevere quesiti su “sua madre”.
L’arcano è stato svelato contattando i giornalisti responsabili dell’organizzazione del viaggio: il compito di scrivere l’email era stato affidato ad una persona la cui dimestichezza con la lingua inglese era davvero minima. Il testo era stato quindi scritto in ebraico e tradotto in inglese in maniera automatica tramite il servizio BabelFish. I frequenti riferimenti alla parola “mother” si spiegano con una errata interpretazione da parte del traduttore, il quale ha confuso le parola ebrea “ha’im“, equivalente ad “if”, con la parola “ha’ima“, dal significato di “mother”, mamma. Altre curiose traduzioni riguardano il “Dome of the Rock” (la moschea conosciuta con il nome di “Duomo della Roccia”), tradotto in inglese con «bandages of the knitted domes».
Come prevedibile, i giornalisti in questione si sono dichiarati a loro volta troppo imbarazzati per effettuare la visita pianificata.