«Questo blog è dedicato a Silvio Scaglia. Per gli stakeholders di Babelgum e delle altre società che fanno capo all’ing. Scaglia (dipendenti, collaboratori, utenti della tv interattiva) in tutto il mondo, vuol essere un luogo di informazione e una tribuna di dibattito, nella convinzione che la estraneità di Silvio Scaglia verrà finalmente accertata e riconosciuta dalla magistratura italiana». Stefania Valenti, Chief Marketing Officer del gruppo Babelgum, introduce i lavori di SilvioScaglia.it, il blog nato per difendere il fondatore di Fastweb dalla pressione legale e mediatica che sta subendo dopo i noti fatti legati alla truffa Fastweb/Telecom Italia Sparkle.
In homepage figura un tool automatico che scandisce i secondi, le ore ed i giorni che Scaglia sta passando in carcere: la detenzione si è ormai prolungata per 68 giorni ed il suo entourage considera questa una misura precauzionale eccessivamente restrittiva nei confronti di colui il quale stava investendo il proprio tempo nella nuova iniziativa Babelgum prima che il passato piombasse sul presente con tanto clamore. Il primo post è una intervista a Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, «l’uomo che, ai tempi dell’inizio dell’avventura di Omnitel, assunse Silvio Scaglia».
Quella di Celli è una lunga difesa di Scaglia e dei suoi diritti, il tutto con un composto attacco sferrato contro magistratura e contro chi sta costringendo Scaglia ad una detenzione considerata illogica: «Silvio è sempre stato rigoroso in una maniera quasi calvinista. Non si è mai permesso nulla che non fosse ampiamente entro le regole. Faccio fatica anche solo ad immaginare un comportamento men che corretto da parte di Scaglia. Figuriamoci una condotta delittuosa». E continua: «È una situazione inaccettabile. Al di là del merito dell’inchiesta, su cui ho la mia opinione personale, credo che una carcerazione così lunga sia del tutto incomprensibile. Silvio Scaglia non è un criminale, ma un cittadino che era all’estero e poteva restarci ma ha voluto rientrare al più presto in Italia per collaborare con i magistrati, come un cittadino perbene. Invece gli è stato inflitto un tormento senza senso».
Silvio Scaglia è in carcere da 68 giorni
«È senz’altro difficile dare un giudizio sulla magistratura. È un compito delicato e difficile quello di dar giustizia. Ma io credo che si debba tener conto dell’equità quando si cerca di amministrare la giustizia. Perché ciò che non è equo non può esser giusto. Ecco, mi è difficile capire, pur con tutto il rispetto, l’atteggiamento tenuto nei confronti di Scaglia. Anzi, temo che questi comportamenti non giovino a valorizzare il ruolo essenziale della magistratura. Io non faccio parte della schiera di chi, per partito preso, ce l’ha con i giudici. Anzi, ho sempre pensato che occorre agevolare, in ogni modo, l’operato dei magistrati. Ma questa vicenda, lo confesso, mi mette in difficoltà».
Celli chiarisce nel finale il motivo del proprio intervento, la natura del blog e lo spirito che muove gli amici di Scaglia ad alzare la voce: «più si lascia sotto traccia la propria indignazione, meno si indispettisce chi deve decidere. […] Il caso Scaglia è uno scandalo e va sottolineato perché non si ripetano più queste cose. Ci sono limiti che vanno salvaguardati per il bene di tutti. […] Questo accanimento terapeutico contro Silvio deve cessare».
Il primo post è datato 16 Aprile 2010: “Presentazione del blog – Cosa è successo a Silvio Scaglia?” è il manifesto della battaglia, una presentazione chiara del perchè il team Babelgum ritiene inaccettabile la carcerazione preventiva oltre certi livelli. Tre i motivi indicati: non v’è pericolo di fuga (anzi, Scaglia si è presentato spontaneamente alle autorità); non v’è pericolo di inquinamento delle prove (Scaglia è oggi fuori dagli uffici Fastweb); non v’è pericolo di reiterazione del reato («Scaglia, che non è accusato di riciclaggio, non ha nulla a che spartire con questo denaro. Egli inoltre ha illustrato con elementi concreti e decisivi l’origine pienamente legittima del suo patrimonio»). Quattro post nel mese di Aprile, tre post nel mese di Maggio, oltre a interviste, comunicati, rassegna stampa ed un aggiornamento sugli ultimi eventi legati alla parentesi detentiva.
E mentre le ore passano, il blog si sposta tanto su Facebook quanto su Twitter. Trattasi di per sé, a prescindere dal merito della battaglia intrapresa, di una iniziativa unica nel suo genere.