Crescono le quote e i guadagni di Baidu ma non ai livelli degli anni scorsi. Il motore di ricerca numero uno della Cina sembra aver esaurito la spinta propulsiva iniziale dei continui aumenti di crescita dovuti all’aumento di connettività del paese e si avvia ad una normalizzazione a meno che non trovi differenti fonti di reddito.
La crescita dei profitti dichiarata per il secondo trimestre è del 109%, pari a 52 milioni di dollari, un aumento sostanzialmente inferiore rispetto agli anni passati, cosa che dall’altra parte riflette anche la crescita e la raggiunta grandezza del motore oltre alla maturità del mercato cinese. Ora le previsioni per il prossimo trimestre guadagni si attestano tra i 64 e i 66 milioni di dollari.
Avvisaglie della normalizzazione di Baidu si erano avute da un po’ di tempo in seguito alle notizie che davano il motore coinvolto sempre di più in attività parallele e nell’apertura di distaccamenti in altre nazioni. Le dichiarazioni ufficiali che vengono dai vertici dell’azienda per bocca del CEO Robin Li scansano ogni timore: «durante il secondo quarto abbiamo visto una robusta crescita nei guadagni e un sano aumento nella clientela del marketing online». Tutto infatti ruota intorno al mercato delle inserzioni pubblicitarie che già da anni sono l’entrata principale dell’obiettivo di Baidu: Google.
Anche se al momento il mercato cinese è molto più piccolo di quello statunitense, la previsione è che tra qualche anno le parti siano destinate ad invertirsi. Al momento i ricavi pubblicitari online cinesi si attestano sui 508 milioni di dollari (il 21% dei quali in mano a Baidu e il 7% in mano a Google) mentre quelli statunitensi sono di 16 miliardi di dollari.