Baidu si butta nel mercato della musica

Il motore di ricerca più importante della Cina ha stretto un accordo di collaborazione con un'etichetta musicale cinese per consentire l'ascolto gratuito e legale di parte del suo repertorio in streaming. Niente pirateria: tutto finanziato con pubblicità
Baidu si butta nel mercato della musica
Il motore di ricerca più importante della Cina ha stretto un accordo di collaborazione con un'etichetta musicale cinese per consentire l'ascolto gratuito e legale di parte del suo repertorio in streaming. Niente pirateria: tutto finanziato con pubblicità

Anche Baidu.cn, il motore di ricerca più popolare nella rete cinese, segue l’esempio dei suoi colleghi internazionali e all’interno dei progetti di allargamento del business centrale comincia a prevedere servizi di carattere musicale. Grazie all’accordo stretto con Rock Music Group, una popolare etichetta musicale della Cina, il motore di ricerca sarà in grado di offrire ai suoi utenti l’ascolto in streaming gratuito e legale di brani musicali.

Con lo sviluppo rapido e incessante della rete cinese e con il dominio incontrastato di cui gode, Baidu si appresta a diventare in breve il motore di ricerca più utilizzato della rete: non sorprende dunque che si stia espandendo sia in termini di servizi che di paesi nei quali è presente. Il modello dell’espansione tuttavia sembra essere molto basato su ciò che hanno fatto i colleghi statunitensi in precedenza. Baidu, infatti, in cambio della licenza per l’ascolto gratuito di parte del repertorio di Rock Music destinerà all’etichetta metà dei proventi che vengono dalle pubblicità.

Sembrano dunque lontane le accuse (scagionate anche in sede legale) di favoreggiamento della pirateria musicale mosse tempo fa ai danni del motore cinese da major come la EMI, la Universal, la Warner e la Sony. Ora infatti Baidu potrebbe diventare uno dei punti di riferimento per l’ascolto musicale legale in rete.

Ciò non toglie tuttavia che la Cina sia uno dei mercati a più alto tasso di pirateria dove, secondo stime IFPI, l’85% di tutta la musica consumata sarebbe pirata e dove anche colossi mondiali come Yahoo sono già stati accusati di averla favorita con la loro semplice attività oltre la Muraglia.

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