È lapidario Steve Ballmer: «non ci sono speranze che l’iPhone possa guadagnare fette significative di mercato». Così ha liquidato la questione riguardante Apple e ha aggiunto: «Fanno un sacco di soldi. Ma se guardiamo agli 1,3 miliardi di telefoni che vengono venduti preferirei avere il nostro software sul 60, il 70 o l’80% di questi piuttosto che sul 3%, che è la quota che raggiungerà Apple». L’occasione per questa ed altre dichiarazioni è stata una intervista con David Lieberman dello USA Today tenuta davanti ad un pubblico alla University of Washington Business School, durante la quale Ballmer si è sbottonato anche su molti altri argomenti.
In primis l’attenzione è stata posta sul suo futuro ruolo di guida della Microsoft e su come si stia preparando. A quanto pare Ballmer starebbe incontrando i timonieri di altre importantissime compagnie (come per esempio Starbucks) dietro consiglio dei consulenti di McKinsey, per discutere, confrontarsi e imparare da loro la gestione ottimale di una grande azienda. Si sente pronto a guidare una delle compagnie più eterogenee del mercato, a sua detta infatti alla Microsoft sono gli unici ad andare sul mercato in 4 modi diversi: «IBM è una compagnia enterprise, Google è una compagnia pubblicitaria, Apple fa hardware. Noi abbiamo diversi modi di intendere e di pensare alla nostra industria, e secondo me è un grosso vantaggio».
Riguardo le sfide che il futuro gli riserva la prima domanda è stata sui software web based di Google che entrano in concorrenza con Office e Ballmer non ha dubbi: «Se ne sono usciti con quelle che si potrebbero definire le applicazioni con le minor capacità e le minori funzionalità di tutti i tempi (ride). Se devi sederti e scrivere un compito per la scuola non puoi usare Google Docs, non ci puoi neanche mettere una nota a piè di pagina. E l’ultima volta che ho controllato era ancora una cosa importante (ride). Ci sono cose fondamentali che ancora non offrono, quindi nel breve periodo non vedo motivi di competizione, ma nel lungo di sicuro. Tuttavia noi siamo in competizione da sempre con tutti, non ci fa paura».
Infine le ultime parole sono sul business della musica, riguardo il quale Ballmer non manca di fare i complimenti a Jobs per la prontezza e l’innovatività con cui ha saputo entrare nel mercato, ma rimarca anche che non siamo alla fine della linea evolutiva: «dobbiamo ancora stabilire il modo in cui i consumatori ascoltano la musica e guardano i video. Sicuramente le nostre pubblicità sono meno intriganti e innovative. Tuttavia mio zio di 85 anni probabilmente non possiederà mai un iPod, ma spero che gli daremo uno Zune». Riguardo i DRM invece la posizione rimane quella di sempre: devono essere gli artisti a decidere, compagnie come Microsoft o Apple forniscono solo gli strumenti.