«Il lavoro che abbiamo svolto intorno alla Xbox costituisce un successo assoluto». Sembra non avere dubbi Steve Ballmer sui destini commerciali della console prodotta dalla sua società. Nel corso di una recente intervista, il CEO di Microsoft ha fatto il punto su alcuni dei prodotti maggiormente conosciuti distribuiti nel corso degli ultimi anni, rivendicando il ruolo determinante della società di Redmond in numerosi settori: dal gaming alla telefonia mobile, passando per l’intrattenimento domestico e i sistemi operativi.
Secondo Steve Ballmer, la recente riduzione del prezzo per l’acquisto di una Xbox costituirebbe un chiaro segno del successo della console prodotta da Microsoft e non un indizio su una incipiente crisi nelle vendite. «Questo prodotto si vende molto bene. La Xbox è sicuramente un successo. […] Tutte le console iniziano con un prezzo alto. Poi i prezzi si abbassano durante il loro ciclo di vita» ha dichiarato il CEO di Microsoft. Incalzato dall’intervistatore su un evidente cambio di strategia, che ha portato alla riduzione dei prezzi della console rispetto a quanto previsto, Ballmer ha così liquidato la questione: «Un prezzo non è qualcosa che si discute con l’esterno. Non lo fa mai nessuno. Perciò, se decidiamo di tagliare i prezzi domani o tra sei mesi o un anno, non abbiamo intenzione di discutere questi cambiamenti».
Microsoft ha del resto la necessità di recuperare terreno nei confronti dei competitor nell’agguerrito settore del gaming. La società di Redmond è stata recentemente superata nelle vendite dalla Nintendo Wii negli Stati Uniti, segnando un sorpasso doloroso avvenuto in appena venti mesi.
Nel corso dell’intervista, Steve Ballmer ha poi definito anche Windows Vista un successo assoluto, specialmente dopo il primo grande aggiornamento del sistema operativo con SP1. Il CEO di Microsoft ha sottolineato come siano già state vendute circa 180 milioni di copie del nuovo sistema operativo, con un progressivo aumento degli applicativi e dell’hardware compatibili con Windows Vista. Un successo non immediato, ha confidato Ballmer, ma con tutte le potenzialità per recuperare il terreno perduto, come confermato dai livelli di vendita degli ultimi sei mesi del nuovo OS.
Invitato a rivelare quali siano le prossime sfide per Microsoft, Ballmer ha risposto con schiettezza rivelando la sua visione sul futuro immediato della società: «Qualcuno ha il 70% delle ricerche [sul Web, ndr] a fronte del nostro 10%. Se qualcuno ha il 70% e tu hai il 10% ti trovi davanti a una sfida. Nel caso di Windows Mobile abbiamo avuto alcune sfide senza pari. Windows con la sua bandierina c’è sempre, ma le persone non sempre pensano “Ciò che desidero è un cellulare con Windows Mobile”».
Il CEO di Microsoft ha infine esposto chiaramente la propria visione sulla creazione, lo sviluppo e la distribuzione degli applicativi, una delle attività centrali per il business della società di Redmond: «Quando dico che il software costituisce la nostra principale potenzialità, mi riferisco allo sviluppo e alla commercializzazione. E talvolta, il modo migliore per mettere in commercio software innovativo è legato alla pubblicità, alle transazioni, all’hardware e alla possibilità di integrarsi con l’hardware di terze parti. Dobbiamo essere aperti a diversi metodi di distribuzione per quelle che sono le avventure legate al software».
Nel corso di questi giorni, Steve Ballmer è anche al centro dell’attenzione per la causa legale intentata contro Microsoft per l’operazione di marketing, ritenuta ingannevole, legata al marchio “Windows Vista Capable”. Secondo i promotori della causa, la società di Redmond nel 2006 avrebbe volutamente fornito informazioni eccessivamente generiche sulle dotazioni hardware compatibili con Windows Vista per favorirne il lancio commerciale. I legali di Microsoft hanno da poco presentato una mozione tesa a escludere Ballmer dall’onere di fornire una deposizione dinanzi alla Corte che si occupa del caso. Secondo la difesa, infatti, Steve Ballmer avrebbe ricevuto le informazioni sulla campagna Vista Capable direttamente dai suoi subordinati, senza essersi mai occupato in prima persona dell’iniziativa.