La Regione Sicilia e il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) hanno annunciato l’avvio di un piano congiunto che permetterà di risolvere il problema del digital divide nei prossimi due anni e di portare nelle case dei cittadini una connessione con velocità fino a 30 Mbps. L’investimento complessivo ammonta a circa 140 milioni di euro e coprirà tre progetti che dovrebbero portare l’isola allo stesso livello del resto del paese, facilitando anche il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale europea.
I primi due interventi rientrano rispettivamente nel Piano Piano Nazionale Banda Larga e nel Piano Strategico Banda Ultralarga, già avviati in Campania (le altre regioni interessate sono Basilicata, Molise e Calabria). Il terzo invece prevede il completamento della RAN (Regional Access Network). I progetti sono stati presentati a Palermo dal Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione Gianpiero D’Alia, insieme al Viceministro dello Sviluppo Economico Antonio Catricalà e al Sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari.
Per il completamento del Piano Nazionale Banda Larga sono stati stanziati in totale 10 milioni di euro, di cui 7 milioni provenienti dai fondi Po Fesr e 3 milioni offerti dal MISE. La Regione invece ha finanziato il progetto della società in-house Infratel Italia per l’installazione degli apparati elettronici in 400 aree comunali. Nei prossimi due anni verranno impiegate 40 persone (progettisti, tecnici e operai) e aperti 240 cantieri per portare almeno 2 Mbps a 12.000 cittadini.
Con il secondo intervento, che rientra nel Piano Strategico Banda Ultralarga, verranno investiti 75 milioni di euro per portare i 30 Mbps in 20 comuni (416.000 abitazioni private, quasi tutti gli uffici pubblici e gli ospedali). Circa 600 persone dovranno mettere in opera oltre 5.000 Km di fibra ottica. Il terzo e ultimo progetto riguarda il completamento della rete in fibra ottica che collegherà le sedi della Pubblica Amministrazione per un importo complessivo di 51 milioni di euro. I lavori di scavo programmati interesseranno le aree in cui gli operatori telefonici non hanno nessun interesse ad investire, in quanto il numero ridotto di abbonati non permette di ottenere adeguati profitti.