La Commissione Europea non solo intende promuovere una più vasta penetrazione della banda larga nei paesi membri dell’UE, ma intende far sì che tale percorso di sviluppo rimanga nel novero della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale. In modo particolare, ridurre i consumi delle apparecchiature significherebbe distribuire l’efficienza sul mercato con enormi ricadute per l’intero sistema. Per questo motivo la Commissione notifica con giubilo l’accordo su base volontaria con cui i grandi gruppi del settore stanno ottemperando ad una nuova politica di produzione che permetteranno all’Unione Europea di salvaguardare emissioni e consumi negli anni a venire.
«Le apparecchiature e i servizi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono responsabili di circa l’8% del consumo di energia elettrica nella UE e di circa il 4% della produzione di emissioni di CO2 (dati che potrebbero raddoppiare entro il 2020)». Il campo di applicazione è pertanto vasto poichè coinvolge il comparto agendo su larga scala. Nell’ambito della manifestazione “ICT 2010 – Digitally Driven” la commissione ha raccolto i frutti della propria politica di “moral suasion” nei confronti dei produttori e si presenta all’appuntamento forte di 36 aderenti al programma tra le maggiori società TlC europee.
Le apparecchiature a banda larga sono responsabili di circa il 15% del consumo globale di energia del settore delle TIC, ovvero 47 TWh nella UE nel 2010. Dieci società (sia operatori telefonici che fabbricanti) hanno già firmato il codice di condotta che riguarda circa 25 milioni di linee a banda larga nella UE (27%). Con la firma di 10 nuove società la copertura nella EU passerà a 65 milioni (72%) cui vanno aggiunti altri 10 milioni in Norvegia, Svizzera e Turchia. Il codice di condotta per le apparecchiature a banda larga esiste dal 2007 e fissa il consumo massimo di corrente (nelle case dei consumatori e nelle sottostazioni degli operatori delle telecomunicazioni) per diversi tipi di apparecchiature quali modem, commutatori, router e home gateway. Il risparmio di energia è possibile grazie all’uso obbligatorio dei migliori componenti a basso consumo di energia, garantendo al contempo il conseguimento dell’obiettivo fissato dall’Agenda digitale per l’Europa di assicurare entro il 2020 a tutti cittadini europei la disponibilità della banda larga veloce e ultraveloce».
Per quanto riguarda i centri di calcolo, inoltre, la Commissione spiega di aver ottenuto 6 nuove firme che vanno ad aggiungersi alle 26 già coinvolte nel nuovo codice di condotta (ed un centinaio di soggetti pronti a supportare lo sviluppo di prodotti e soluzioni che possano favorire i vantaggi auspicati):
Quest’ultimo, introdotto nell’ottobre 2008, è mirato a evitare l’adozione di soluzioni progettuali obsolete che determinano inefficienze sotto il profilo energetico. Nel 2010 il codice è stato integrato da una serie di raccomandazioni sulle migliori pratiche in materia di progettazione, acquisto e funzionamento in settori quali software, architettura e infrastruttura IT, ad esempio per garantire una migliore gestione delle condizioni ambientali (nel caso dei server garantendo il raffreddamento quando necessario in corrispondenza del processore ed evitando un raffreddamento eccessivo).
La politica intrapresa potrebbe ridurre in certi casi i consumi di oltre il 50%, portando così su larga scala ad una ottimizzazione estrema del comparto con enormi ricadute positive per l’intero sistema. Il plauso del vicepresidente della Commissione Europea Neelie Kroes non può che essere immediato:
L’applicazione dei due codici di condotta in parola consentirà di ridurre significativamente il consumo di elettricità nella UE e potrebbe garantire risparmi di 4,5 miliardi di euro all’anno. Mi compiaccio pertanto di tale iniziativa finalizzata a costruire un futuro maggiormente sostenibile