Il futuro per l’Italia potrebbe essere un po’ meno a banda larga di quanto prospettato dal Governo Italiano. L’indagine svolta da Infratel, infatti, ha evidenziato come tutti gli operatori italiani intendano realizzare nei prossimi 3 anni una loro rete in fibra ottica ma meno ampia di quanto immaginato. Gli operatori hanno infatti comunicato alla società del ministero dello Sviluppo economico che ha il compito di attuare la strategia sulla banda ultra larga, dove esattamente intendono farlo.
La consultazione pubblica svolta ha purtroppo evidenziato che i piani di investimenti prospettati dal Governo erano un po’ troppo ottimistici. Originariamente, il piano del Governo individua quattro cluster (gruppi di unità immobiliari): quelli più pregiati (A e B), dove gli operatori investiranno di più (zone densamente urbanizzate in particolare), e quelli meno interessanti per i privati (C e D), dove il ruolo dei fondi pubblici sarà maggiore (le così dette zone a fallimento di mercato). Alla luce dei risultati della consultazione, rispetto al piano di marzo, ora 1,4 milioni di unità immobiliari passano dai cluster A e B al C, mentre sono soltanto 415 mila quelli che da C e D passano ad A e B. Tradotto in termini semplicistici, un milione di famiglie in più finiranno nelle aree giudicate non interessanti dagli operatori.
La ragione che gli operatori abbiano deciso di tirare un po’ il freno sui loro piani di sviluppo è da ricercarsi probabilmente nell’incertezza sui piani di finanziamento del progetto di digitalizzazione del Paese del Governo Italiano. L’incertezza che i fondi possano arrivare come no, starebbe, di fatto, scoraggiando gli investimento degli operatori.
Incertezza conferma anche dalla recente approvazione della Legge di Stabilità al cui interno non troverebbe posto il voucher da 1,4 miliardi di euro che il Governo aveva promesso. Certo, il Governo ha già stanziato 4,7 miliardi di euro ma senza i giusti incentivi gli operatori temono che gli utenti decidano di non scegliere le nuove soluzioni in fibra ottica.
Inoltre, il tanto atteso e richiesto catasto delle infrastrutture non è ancora stato consegnato agli operatori. Insomma, troppe incertezza per una situazione digitale italiana tutto fuorché rosea visto che ad oggi la copertura dei servizi di connettività di nuova generazione raggiunge appena l’8,5% contro il 30% della media europea.
Una svolta potrebbe arrivare dall’ENEL che potrebbe diventare il nuovo baricentro della banda ultra larga italiana offrendo una via agevole per cablare tutte le case. Un piano che però sarà presentato solo a metà novembre.