Non risulta facile interpretare quanto annunciato in seno alle iniziative di Governo a favore della banda larga. Il bicchiere mezzo pieno è la conferma dell’impegno stesso, della volontà di fare qualcosa per smuovere le acque paludose della rete italiana, della promessa concreta di soldi a bilancio e progetti approvati. Il bicchiere mezzo vuoto è nei tempi e nelle prospettive che si sviluppano nel lungo periodo.
Il sito ufficiale del Ministero per le Comunicazioni ha annunciato l’istituzione del Comitato per la banda larga. Recita il documento ministeriale: «il Comitato per la diffusione della banda larga sul territorio nazionale è stato istituito il 20 Dicembre 2006 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Del Comitato fanno parte i Ministri delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, degli Affari Regionali e delle Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, delle Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais. L’obiettivo strategico è quello di garantire, entro la legislatura, l’accesso a tutti e ovunque alla banda larga. La scadenza, insomma, è quella del 2011. Le funzioni del Comitato sono le seguenti:;
- Coordinamento, armonizzazione e monitoraggio delle iniziative già intraprese;
- Individuazione degli interventi prioritari per il raggiungimento dei livelli essenziali di abilitazione tecnologica sul territorio nazionale, attraverso il confronto con i rappresentanti delle Amministrazioni Locali, degli utenti e degli operatori nel settore delle Telecomunicazioni;
;Il Comitato per la sua attività, si avvarrà di un “Gruppo Tecnico”, presieduto da un esperto, designato dal Ministro delle Comunicazioni, di concerto con gli altri due Ministri»
Lo sviluppo della banda in 10 punti
Il progetto è stato sviluppato su uno specifico decalogo:
- «La diffusione della banda larga in Italia e il posizionamento in Europa»
Il ministero imputa la scarsa penetrazione della rete tra la cittadinanza in una carenza infrastrutturale e nel «forte differenziale nell’alfabetizzazione informatica». Per il futuro «l’attenzione andrà posta sempre meno sul collegamento e sempre di più sulle prestazioni ed i servizi abilitati in una logica “multiple play” e di integrazione tra applicazioni» - «I vincoli allo sviluppo della banda larga»
È vicina la soglia di digital divide infrastrutturale di lungo periodo, ma un problema più delicato è il cronico ritardo dell’alfabetizzazione informatica in un paese che «vede circa il 45% di individui alfabetizzati, contro valori pari a oltre il 70% della media UE15» - «Le iniziative pubbliche per l’infrastrutturazione»
«Negli ultimi anni numerose sono state le iniziative pubbliche per l’infrastrutturazione, sia a livello centrale che locale. A livello centrale la società Infratel ha avviato nelle regioni del Sud un’azione di cablatura concordando sia con gli operatori TLC che con le Regioni le tratte dove stendere la fibra ottica. Inoltre ha concordato con alcune di queste Regioni interventi per l’estensione della copertura nelle aree marginali con tecnologie wireless»: gli approcci sono di varia natura, ma la certezza è nei 700 mln di finanziamenti pubblici già programmati da Regioni ed Enti Locali; - «La banda larga come motore di sviluppo e servizio universale»
La banda larga deve dare competitività al paese; la banda larga deve essere fruita indipendentemente dalle proprie capacità economiche o dalla propria dislocazione sul territorio; la banda larga è un motore di sviluppo. Insomma, la banda larga deve essere un servizio universale garantendo nel contempo levoluzione continua di prestazioni, servizi e contenuti - «La necessità di una rete informativa per il XXI secolo: da banda larga a ultralarga»
«La banda larga diventerà sempre più il fattore abilitante per lo sviluppo dei mercati della convergenza tra informatica, telecomunicazioni, elettronica di consumo e media (4C: Communication, Computer, Consumer Electronic, Content) e in ultima analisi anche per la competitività del sistema-Paese nella futura economia della conoscenza. Per competere nell’economia in rete è chiaro come le reti di telecomunicazione dovranno anch’esse evolvere da semplici “infrastrutture” a veri e propri “sistemi di comunicazione in rete”. Si tratta quindi non solo di un’evoluzione della velocità di accesso alla rete (la banda “ultralarga”, fino a 100 Mbps), ma anche dello sviluppo dei nuovi servizi che tali velocità abilitano» - «Concertare e coordinare le iniziative territoriali per garantire la disponibilità della banda larga»
La predisposizione di appositi piani territoriali permetterò di omogeneizzare gli interventi riequilibrando le differenze esistenti ad oggi. Il governo intende coinvolgere Regioni, enti locali ed operatori stimolando il mercato come indirizzo prescelto per intervenire nel settore. - «Favorire le nuove tecnologie di rete e la concorrenza»
«La nuova fase di sviluppo della banda larga rappresenta un momento di discontinuità, in quanto l’epoca del doppino in rame si avvia alla conclusione ed occorrono nuovi e ingenti investimenti nelle reti di nuova generazione. Fondamentale è quindi lo sviluppo delle nuove tecnologie di accesso a banda larga, sia terrestri (come il VDSL a 50-100 Mbps) che wireless. Tutte le iniziative che favoriscono l’upgrading tecnologico delle reti e lo sviluppo delle tecnologie wireless devono essere incentivate, a partire dalla rimozione dei vincoli all’utilizzo delle infrastrutture civili per la posa di cavi in fibra ottica, indispensabili per lo sviluppo di adeguate capacità delle reti di accesso, sia wired che wireless». Grande attenzione viene dichiaratamente posta sulla nascita delle infrastrutture wireless, Wimax in primis. - «Creare le condizioni per lo sviluppo dei servizi e dei contenuti digitali»
«La banda larga ed ultralarga consentono applicazioni in rete che permettono a tutti i soggetti di dialogare tra di loro […] In questo contesto sono necessarie sia politiche di supporto al settore dei contenuti multimediali e dei servizi interattivi, sia politiche per lo sviluppo di servizi e contenuti della pubblica amministrazione: dall’e-government ai servizi educativi, dall’infomobilità alla telemedicina, che possono creare un effetto volano per la crescita della domanda e innescare un circolo virtuoso anche per lo sviluppo dei servizi degli operatori privati» - «Stimolare la domanda e alfabetizzare gli utenti»
L’interesse degli utenti va stimolato: l’utenza deve interessarsi della rete e tramite il proprio interesse combattere tutte quelle resistenze che ad oggi relegano il paese tra quelli meno informatizzati d’Europa. - «Monitorare l’attuazione dei piani di intervento e la diffusione della banda larga»
«Particolare attenzione deve essere posta all’azione di monitoraggio dell’attuazione dei piani territoriali, dello sviluppo della banda larga sul territorio e delle condizioni in cui si sviluppa il mercato (dinamiche di prezzo, competizione, evoluzione tecnologica, ecc.). Il monitoraggio dovrà fornire anche un benchmark, al fine di evidenziare l’efficienza ed efficacia dei singoli territori, di promuovere le best practice e di valutare a posteriori i diversi modelli di intervento e il loro adattamento ai diversi contesti territoriali»