Per incentivare la banda larga il governo farà uno sconto di tasse del 30%. Questo, in soldoni, il principio che muove la parte del decreto Sblocca Italia dedicato al Piano Banda Larga, l’annoso e lacunoso problema di questo paese. Il CdM del 29 agosto conteneva molte cose, ma nel decreto di prossima pubblicazione è attesa la conferma di questo ed altri punti.
Che il piano banda larga sia attualmente non completamente finanziato è cosa nota, così come è ovvio come il governo debba prima di tutto incentivare il lavoro degli operatori nelle aree dove non si riesce a portare la banda a 100 Megabit (il maggiore ritardo nell’attuazione dell’Agenda Digitale Europea). Per questo, nel lungo elenco di opere in cantiere presentate da Matteo Renzi insieme al titolare dei Lavori Pubblici, Maurizio Lupi, c’è spazio per qualche riga sulla banda larga:
È previsto per gli operatori che decidono di investire nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato” un credito d’imposta a valere sui tributi IRES e IRAP per il 30% del costo dell’investimento.
Meno tasse, Rete come opera primaria, e catasto
Non essendoci ancora il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale e girando per varie redazioni versioni più o meno aggiornate del testo, meglio non dare alcunché per assodato. Nel decreto sembra che oltre al credito d’imposta per gli scavi della infrastruttura di rete (quelli nuovi, non quelli su bandi già assegnati) il governo metterà nero su bianco anche un tema che piace molto alle opposizioni, come il M5S, cioè il catasto delle reti. Per sbrogliare la matassa si intende accorciare i tempi del monitoraggio del MISE, dotandolo (si spera) di strumenti adeguati e istituendo uno sportello unico per le imprese impegnate negli interventi. I quali, per decreto, saranno considerati come opere di urbanizzazione primaria. Cosa significa? Che le infrastrutture di fibra ottica saranno legislativamente e amministrativamente considerate alla pari delle condutture di acqua potabile, gas metano, elettricità e telefonia standard.
Aggiornamento: 15/09
La pubblicazione del decreto Sblocca Italia, rivela all’articolo 6 che le agevolazioni per la realizzazione delle reti di banda larga sono maggiori di quanto si pensava. Il credito d’imposta sull’Ires e Irap potrà arrivare fino al 50% del costo massimo dell’investimento. Il decreto entra nel dettaglio su costi minimi, tempi di realizzazione, dati utili per gli operatori intenzionati ad investire.