Banda larga: si muove qualcosa?

Durante il mese di settembre abbiamo assistito ad una serie di iniziative volte ad accelerare la realizzazione della banda larga in Europa e nel nostro Paese. Gli operatori delle tlc vogliono un segnale preciso dal mondo politico.
Banda larga: si muove qualcosa?
Durante il mese di settembre abbiamo assistito ad una serie di iniziative volte ad accelerare la realizzazione della banda larga in Europa e nel nostro Paese. Gli operatori delle tlc vogliono un segnale preciso dal mondo politico.

Minori vincoli legislativi a livello europeo, regole certe per tutti con la creazione di un’authority Tlc Ue, una nuova politica industriale per l’Italia. Queste sono state le richieste degli operatori del settore delle telecomunicazioni, riuniti di recente a Roma, in un workshop dedicato al futuro di Internet e alla banda larga. A delineare esigenze e problemi è stato Luigi Gambardella, presidente di PUNTOIT, che ha aperto il convegno, organizzato in collaborazione con l’Ansa, al quale hanno partecipato responsabili del settore, rappresentanti delle forze politiche e del governo. “Gli operatori non chiedono alle istituzioni particolari favori o favoritismi – ha detto Gambardella – ma semplicemente chiedono di ridurre gli esistenti ostacoli o comunque di non crearne di nuovi ai loro investimenti e alla loro crescita”. In particolare, Gambardella ha chiesto che a livello di Commissione europea vengano eliminati i vincoli contenuti nel pacchetto regolamentare che costituisce la proposta del nuovo quadro normativo per le Tlc dell’ Ue.



Per quel che riguarda il nostro paese sembra prendere il via la task force per la Banda Larga che dovrà verificare lo stato e la consistenza dello sviluppo dell’infrastruttura e individuare le possibili azioni di governo “per uno sviluppo rapido ed equilibrato”. La task force, spiega una nota, nasce per iniziativa dei ministri per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca e delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e sarà coordinata dall’on.le Paolo Vigevano, capo delle Segreteria tecnica del ministro Stanca. I lavori della task force, che prenderà in considerazione esperienze analoghe di altri paesi, si concluderanno fra alcune settimane. Tra gli obiettivi anche l’individuazione di uno strumento permanente per il confronto e lo scambio di esperienze fra le parti interessate allo sviluppo e all’utilizzazione dell’infrastruttura a banda larga.



Meglio tardi che mai, potremmo dire. Del resto la politica è riuscita a stento fino ad ora a tenere il passo con l’innovazione tecnologica e le novità del mondo dell’Information Technology, considerando che oltre a deludere e disattendere le richieste degli imprenditori e degli operatori del settore, l’atavica lentezza dell’attività legislativa mantiene tuttora nell’incertezza e nella precarietà molte realtà professionali e lavorative legate al web e all’IT.



Ed intanto, rimanendo in tema di telecomunicazioni, già in questi giorni 9 milioni di utenti Telecom potrebbero potenzialmente disdire il contratto e rivolgersi direttamente ad altri operatori usufruendo dell’ultimo miglio. Lo ha riferito il commissario dell’Authority per le tlc, Vincenzo Monaci, intervenendo ad un convegno sulle tlc. “Oggi sono già disponibili 311 siti di locazione attrezzati, che possono ospitare operatori alternativi. Si tratta del 35% delle linee telefoniche disponibili in Italia, ossia 9 milioni di utenti”. Entro la fine dell’anno salirà al 55% la quota di linee telefoniche che potrà accedere all’ultimo miglio e quindi rivolgersi ad altri operatori

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