L’Africa si sta preparando per la rivoluzione della banda larga con l’attuazione del progetto Eassy (Eastern Africa Submarine Cable System), finanziato dalla Banca mondiale e dal Nepad (New Partnership for Africa’s Development , Nuovo parternariato per lo sviluppo dell’Africa). In Italia sta per arrivare il WiMax. Chi sfrutterà meglio la propria opportunità?
Nei prossimi diciotto mesi lungo le coste orientali dell’Africa verranno depositati cavi in fibra ottica per interconnettere a banda larga col resto del mondo queste regioni.
Questo evento è considerato una pietra miliare per lo sviluppo delle infrastrutture tecnologiche dell’informazione in quelle aree.
I benefici a medio e lungo termine sono evidenti: comunicazioni a costo più contenuto rispetto alle attuali tecnologie satellitari, rafforzamento dei legami del continente africano col resto del mondo grazie alla osmotica comunicazione sul web.
La fase successiva prevede l’interconnessione delle aree nell’entroterra con sistemi radio per raggiungere in modo sempre più capillare tutte le località facendo beneficiare della nuova tecnologia anche gli stati che non hanno uno sbocco sul mare.
L’Italia attualmente rientra in due progetti d’interconnessione tramite cavi sottomarini, SEA-ME-WE 3 e SEA-ME-WE 4, ma in quanto a copertura territoriale ed accessibilità della banda larga è in attesa del salto di qualità che si potrà avere grazie all’imminente assegnazione delle frequenze per il WiMax (WI-MAX: Intesa tra il Ministero della Difesa ed il Ministero delle Comunicazioni. Entro Giugno 2007 le prime licenze).
Tralasciando l’ovvio beneficio che deriva da una maggior accessibilità della Rete, questa nuova prospettiva permetterà all’Italia di vedere lo sviluppo di provider minori, favorendo così una riduzione dei prezzi per maggior concorrenza, oppure permetterà ancora una volta lo sfruttamento di queste opportunità solo da parte delle grandi aziende di telecomunicazioni con scarsi benefici in termini economici per gli utilizzatori?