L’Italia presenta un ritardo preoccupante nella diffusione dei servizi a banda ultralarga. Secondo quanto riferito durante la relazione annuale al Parlamento da Angelo Marcello Cardani, presidente AGCOM, se il ritardo sul fronte banda larga è accettabile, quello riguardante la banda ultralarga è decisamente preoccupante se si confronta l’Italia con gli altri paesi europei.
Per quanto riguarda, la connettività sopra i 30 Mbps, infatti, l’Italia presenta un livello di copertura pari appena al 36% contro una media europea addirittura del 68%. Questa particolare forma di digital divide avanzato arriva addirittura al 100% in alcune regioni italiane prive totalmente di connettività a banda ultralarga. Se la copertura della banda larga veloce è molto bassa, ancora più drammatico è il livello di penetrazione. In Italia, infatti, solo il 4% delle famiglie utilizza soluzione di connettività sopra i 30 Mbps contro una media europea del 26%. Penetrazione prossima allo zero, invece, per le soluzioni di connettività superiori ai 100 Mbps contro una media europea del 9%.
L’Italia, dunque, continua a vivere in una sorta di medioevo digitale con pesanti ritardi di sviluppo e di utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Una spinta alla digitalizzazione, secondo Cardiani, potrà arrivare dalla politica e del Governo grazie agli strumenti messi in campo in attuazione della Strategia per la banda ultralarga che prevede incentivi per sviluppare le così dette aree bianche con digital divide al 100%.
Se la banda ultralarga piange, sorride invece la banda ultralarga mobile con l’LTE che ha raggiunto il 77% della popolazione.
Alla relazione di AGCOM che evidenzia per l’ennesima volta il ritardo digitale dell’Italia, prova a rispondere l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, che ha annunciato come il suo gruppo abbia deciso di accelerare sulla diffusione dei servizi in fibra ottica su tecnologia FTTH (Fiber to the Home) che raggiungeranno, entro il 2018, 100 città italiane contro le 40 originariamente previste.