La Casa Bianca ha voluto prendere la situazione in mano: è venuto il momento di porre fine alle distorsioni imposte al mercato da una normativa fallace in termini di gestione e controllo dei brevetti. Senza mezzi termini, Barack Obama ha fatto sapere di voler giungere ad una ridefinizione delle normative del settore ed ha fornito altresì le prime indicazioni su come si intende sbrogliare la matassa. Con o senza l’aiuto del Congresso.
Il problema è insito nel modo in cui le normative hanno fin qui regolamentato i brevetti negli Stati Uniti: i “patent troll” hanno avuto buon gioco ad infilarsi nelle maglie del sistema per succhiare avidamente risorse da chi sta invece tentando di trarre lucro dall’innovazione. Ne sono così nate aziende-parassita il cui unico modello di business è produrre brevetti aleatori (senza la produzione di alcunché, ma soltanto al fine di tutelare idee e processi in modo strumentale) in modo tale da riuscire ad usarli come leve per carpire denaro dai grandi gruppi che sviluppano ed immettono prodotti e servizi sul mercato. Tale modus operandi, però, non fa altro che togliere risorse all’innovazione per veicolarle in sacche di ricchezza prive di merito ed incapaci di fruttificare: qualcosa che la Casa Bianca intende estirpare per riconsegnare all’innovazione le garanzie e le opportunità che merita.
A tal fine Barack Obama ha proposto una serie di interventi specifici su cui è possibile costruire la riforma dei brevetti USA, nell’auspicio di trovare ampio supporto in ciò prima di forzare la mano per portare avanti comunque l’intervento. Tra le idee suggerite v’è l’obbligo di linguaggi più chiari e descrizioni più circostanziate dei brevetti, così che non vi possano essere ambiguità ed ogni idea possa essere chiaramente descritta come invenzione utile a risolvere dettagliati problemi; si chiede inoltre maggior chiarezza sui titolari dei brevetti, così che possa essere semplice verificare la bontà degli stessi e l’identificazione di eventuali responsabili in caso di abuso; si chiede di garantire gli utenti privati da possibili ritorsioni, evitando di proiettare persone semplici (o piccole aziende) nel pozzo senza fondo delle spese legali determinate da eventuali denunce per violazione di copyright.
La lotta contro i patent troll è una guerra che inizia immediatamente: il percorso sarà facilitato con il supporto del Congresso, ma Barack Obama porterà avanti in ogni caso l’intervento così da poter meglio definire il settore con fare immediato, puntando al cuore uno dei mali che affligge il sistema ormai da tempo. Prima che il corto circuito del mondo dei brevetti possa causare danni irreparabili, Barack Obama vuole che si tenti di rilanciarne l’importanza: il mondo dell’innovazione deve gran parte del proprio destino dalla bontà delle misure che verranno poste in essere.