Di per sè altro non è se non una semplice promessa elettorale. Come di tante se ne fanno, peraltro. Ma quella giunta dal senatore Barack Obama, candidato per essere il rappresentante dei Democratici alle presidenziali USA, è una indicazione precisa destinata da una parte a vincolare le sue posizioni e dall’altra costringendo la concorrenza ad esprimersi su una questione quantomeno scottante: la Net Neutrality.
«Strong supporter for net neutrality». Così si descrive Barack Obama: un forte sostenitore della Net Neutrality (con tanto di video a dimostrazione di quanto proferito in occasione di uno show MTV/MySpace dedicato alle campagne elettorali dei vari candidati). Va ricordato come per “Net Neutrality” si intenda una condizione di parità di accesso alle varie risorse del web, così che nessuna azienda o movimento possa creare canali preferenziali su di una piattaforma nata ed ideata per garantire libertà e parità di accesso.
Barack Obama esplicita anche i termini della propria promessa: entro un anno dall’eventuale elezione, una legge garantirà la Net Neutrality formalizzando nella legislazione USA una condizione di fatto che molto rappresenterebbe per il futuro della rete (oggi pendente più da decisioni aziendali che non da precisi vincoli normativi garanti). Per Obama trattasi di una promessa decisamente scomoda: trattasi di un tema che probabilmente non riuscirà a spostare grandi quantità di voti, ma al tempo stesso potrebbe tenere lontani dal candidato importanti interessi da parte di lobby sicuramente interessate all’argomento. Jason Lee Miller per Webpronews rileva come la cosa non abbia raccolto grande “buzz” sul web: in molti si sono scaldati per notizie di minor spessore, mentre l’importante promessa programmatica relativa alla rete è passata perlo più inosservata. La stessa sensazione serpeggia ormai da tempo lasciando così passare un quadro di generale disinteresse sul caso (il che potrebbe configurarsi come la peggiore delle scintille per aziende già tentate a forzare la mano sul vuoto normativo odierno).
Ora che la promessa è pubblica, i candidati concorrenti dovranno in qualche modo decidere come schierarsi in tal senso. E se non si pronunceranno la loro posizione sarà comunque chiara.