«Siamo pronti a mettere le nostre risorse a disposizione di un grande progetto di investimento nelle reti di nuove generazione in Italia»: parole pesanti, poiché provenienti da Franco Bassanini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, in occasione di un incontro che ha visto nella stessa sede tutti i maggiori attori del settore. Il contesto è quello di Capri, convegno Between “La banda: tra l’uovo e la gallina”.
A parole tutti vogliono l’uovo, ma in realtà sono in tanti a rivendicare la propria fetta sulla gallina. Anche perché il timore condiviso è quello per cui controllare la gallina di oggi significhi anche controllare l’uovo di domani. Presenti al convegno personaggi del calibro di Franco Bernabè, CEO Telecom Italia; Paolo Bertoluzzo, CEO Vodafone; Corrado Calabrò, Presidente AGCOM; Stefano Parisi, CEO Fastweb; Paolo Romani, Viceministro alle Comunicazioni presso il Ministero dello Sviluppo Economico; Paolo Angelucci, Presidente Assinform, ed altri ancora. Per questo le parole di Bassanini sono importanti: stabiliscono una prima disponibilità di fondo a mettere i capitali in quella New Generation Network di cui l’Italia ha dichiaratamente bisogno. Ed i capitali sono il fluido vitale che finora ha latitato ai discorsi intessuti sul problema dagli attori di mercato.
Occorre partire dal presupposto per cui la Cassa Deposito e Prestiti funge da fondo garantito dallo Stato che, spiega il sito ufficiale, finanzia lo sviluppo del paese «impiegando risorse a favore di investimenti pubblici, opere infrastrutturali destinate alla fornitura dei servizi pubblici, grandi opere di interesse nazionale, altri interventi di interesse pubblico». Sulla base di questo presupposto, Bassanini antepone anzitutto la volontà del Tesoro affinché si possa portare capitale sulla NGN, ma la disponibilità dell’ente è totale: «ci deve essere presentato un progetto finanziario credibile, che prevede un ritorno dei nostri investimenti, sia pure nel periodo medio-lungo e non a breve visto che la Cassa non fa investimenti speculativi».
Bassanini intende infine responsabilizzare le Regioni, chiedendo il loro fondamentale contributo in qualità di enti radicati con il territorio, aventi approfondita conoscenza delle infrastrutture esistenti ed in grado di guidare una più efficiente progettazione della Rete nazionale. Secondo il Presidente della Cassa Deposito e Prestiti la via praticabile è quella di una creazione di società congiunte tra operatori e Regioni, creando pertanto la necessaria commistione di capitali ed interessi tra settore pubblico e settore privato, con gli enti regionali che potrebbero investire in tale infrastruttura mettendo in campo anche investimenti propri. «A tali società, sempre con il benestare del Tesoro, potrebbe partecipare anche la cassa».
Nei giorni passati Corrado Calabrò aveva lamentato l’eccessiva generosità in parole e la radicale scarsità di capitali nella programmazione della rete di nuova generazione per l’Italia. In occasione dell’evento Between, però, Calabrò porta a casa la promessa di Bassanini, con un ente statale prodigo nel garantire il proprio intervento ed i propri capitali in caso di progetti seri e di lunga durata. Nelle stesse ore un cenno di disponibilità giunge anche da Naguib Sawiris, Presidente Wind: «Wind è impegnata nello sviluppo della rete in fibra ottica in Italia. Siamo pronti a investire, da soli o insieme ad altri operatori, per la realizzazione della Rete di Nuova Generazione. Wind investirà e svilupperà progetti pilota nei prossimi mesi per la cablatura di città italiane di medie dimensioni».
Se dunque il Tesoro farà capo al proprio impegno, e se i privati la smetteranno di lottarsi la gallina per collaborare fattivamente ad un progetto unitario ed ambizioso, a Calabrò non resterà che svolgere il ruolo di Garante per poter arrivare a raccogliere i miliardi necessari alle opere per portare una vera banda larga in tutto il paese. A tutto beneficio del PIL e della ricchezza culturale nazionale: l’uovo sarà di tutti.