Baycitizen.org: così il Web salverà l'informazione?

Baycitizen.org: così il Web salverà l'informazione?

Mentre in Italia giornalisti ed editori sembrano sempre più smarriti di fronte ai social media e al fenomeno citizen journalism, negli Stati Uniti continuano a nascere progetti editoriali che tracciano profondi solchi nel mondo della vecchia informazione.

Il caso del recentissimo progetto editoriale baycitizen.org, si è segnalato all’attenzione del pubblico americano per diversi motivi. Innanzitutto, perché nasce dalla crisi dell’informazione locale interpretata da quotidiani e mezzi di comunicazione tradizionali.

A seguito, infatti, della prospettiva di dover rinunciare a fonti di informazioni di carattere locale che coprono l’area della baia di San Francisco, un gruppo di giornalisti, coadiuvato da qualche attento imprenditore e dai lettori, è riuscito a far nascere il magazine online Baycitizen costruendolo su una solida base economica.

Proprio il modello economico è il secondo aspetto distintivo del progetto: i fondatori sono riusciti a raccogliere da investitori di ogni tipo oltre 3 milioni e mezzo di dollari, mentre gli stessi lettori hanno contribuito alla possibilità del magazine di venire alla luce con oltre 65.000 dollari di donazioni spontanee.

Per finire, dal punto di vista redazionale, seguendo il modello misto di Current TV, lo staff di Baycitizen (composto solo da 25 persone in totale) si occupa di redigere articoli e preparare servizi basandosi sui contributi inviati dai lettori e su segnalazioni della community.

Un progetto esclusivamente online per l’informazione locale che si autofinanzia senza così dover dipendere dai “soliti” vecchi editori, giornalisti intraprendenti che vedono nei lettori/citizen journalist degli alleati e non degli avversari, utilizzo di strumenti e linguaggi di comunicazione tipici della blogosfera con la forte propensione a coinvolgere i lettori come facenti parte della community estesa di redazione: è forse, quello di BayCitizen, il modello migliore per l’informazione del futuro o, forse, addirittura l’unico possibile?

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